Turni massacranti  imposti in carcere a Lanciano. 'E' attività antisindacale', condanna per l'Amministrazione penitenziaria

Attività antisindacale nel carcere di Lanciano (Ch).

Così una sentenza del giudice del lavoro di Lanciano, Cristina Di Stefano che, su riscorso della UilPa - Polizia penitenziaria Abruzzo ha "condannato" l'Amministrazione penitenziaria, sancendo l'attività antisindacale in atto nel carcere di massima sicurezza di Villa Stanazzo, dove, per far fronte alla carenza di personale, sono stati imposti, unilateralmente, turni massacranti. 

Ruggero Di Giovanni, segretario regionale UilPa Penitenziari, parla di "una significativa vittoria legale", ottenuta dall'avvocato Paolo Valentino Sisti, del foro di Lanciano, che ha seguito la causa.

"Il caso - viene spiegato - ha riguardato le modifiche all'organizzazione del lavoro imposte dalla direzione del carcere di Villa Stanazzo, modifiche che hanno costretto i lavoratori a svolgere tre turni di servizio invece di quattro, quindi totalmente difformi dagli accordi vigenti, e perfino il doppio turno giornaliero di 12 ore, tutto senza il necessario confronto con le organizzazioni sindacali".

Il giudice, nel decreto emesso lo scorso 3 dicembre, ha sancito che "... le condotte descritte appaiono idonee ad integrare un comportamento antisindacale nella misura in cui le stesse si sono concretate nella violazione di accordi contrattuali efficaci tra la parte pubblica e le sigle sindacali che lo hanno sottoscritto, tra le quali la ricorrente, e hanno avuto l’effetto di vanificare l’opera dell’organizzazione sindacale ed i suoi poteri rappresentativi".

Da diversi anni la Uil-Pa "denuncia le problematiche legate al mancato turnover e ad una carenza di personale di polizia penitenziaria che vede, in Abruzzo, almeno 270 unità mancanti a fronte di un organico previsto di circa 1.220 agenti. Il dato regionale si attesta ad un -25% che in alcuni istituti supera il -30%. Nella casa circondariale di Avezzano mancano 9 agenti; a Chieti 7; nel supercarcere di Sulmona 44; a L'Aquila 27; a Lanciano 48; a Pescara 57, a Teramo 58 le guardie carcerarie di meno. 

"Auspichiamo - rimarca Di Giovanni, - che questa sentenza, immediatamente esecutiva, possa contribuire ad aprire gli occhi alla politica ed ai dirigenti del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che dai palazzi romani non riescono a vedere oltre la freddezza dei numeri, numeri scritti che non restituiscono la vera situazione delle carceri. Come se ciò non fosse sufficiente nell'ultimo anno abbiamo assistito alla negazione del diritto al pagamento del lavoro svolto, con decurtazione del pagamento di una quota dello straordinario effettuato, quasi fosse una scelta personale quella di garantire il funzionamento delle carceri a discapito delle proprie famiglie arrivando a superare il tetto massimo annuo del lavoro straordinario". 05 dic. 2024

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