Lanciano. Il convivente l'afferra per il collo e lei lo accoltella e finisce sotto processo

Dopo l’ennesima lite di coppia, lui la prende e le stringe la gola e lei, per difendersi, allunga il braccio all’indietro e dal ceppo di legno della cucina prende un coltello lungo 33 centimetri e lo colpisce tra gola, spalla e clavicola. La lama è affondata per quasi 7 centimetri.

Vicenda di sangue passata ora dinanzi al gup del tribunale di Lanciano (Ch), Giovanni Nappi, che ha fissato al prossimo 3 marzo il processo con rito abbreviato per tentato omicidio, reato di cui risponde P.C., 35 anni, originaria di altra regione, ma residente a Lanciano. L’imputata è difesa dall’avvocato Consuelo Di Martino.

Il convivente. L.G., 52 anni, aveva già schivato una prima coltellata all’altezza del petto, poi è giunto il secondo fendente che lo ha preso al torace, nella regione sottoclaveare, a ridosso del fascio vascolare succlavio sinistro che gli ha procurato una profusa emorragia. Copioso sanguinamento che è stato poi tamponato dal chirurgo in ospedale. Il colpo sferrato è passato poco distante dalla vena giugulare.

Per la Procura l’accoltellamento non ha avuto esito nefasto isolo perché la lama si è fermata ad una profondità di circa 6-7 centimetri senza, fortunatamente, lesionare la vena succlavia. Il reato è aggravato perché commesso contro una persona stabilmente convivente e ad essa legata da relazione affettiva. La parte offesa è patrocinata dall’avvocato Giuseppina Di Bucchianico.

La vicenda, avvenuta il 29 luglio 2016 ha già avuto una prima parte di giudizio legata al reato di lesioni aggravati, ma il giudice Stefania Cantelmi ha poi ravvisato il più pesante reato di tentato omicidio.  Durante la fase istruttoria l’imputata ha sempre fatto rilevare che non c’ era assoluta volontà di ucciderlo ma che si era trattato solo di autodifesa. 03 lug. 2024

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