L'emergenza idrica si fa sempre più... pressante nelle città di Pescara e Chieti. Sotto accusa finisce l'Aca, la società di gestione di un acquedotto che si segnala soprattutto per le ingenti perdite di una rete distributiva inadeguata e obsoleta.
Ma il sindaco del capoluogo adriatico, Carlo Masci, è perentorio: "Basta polemiche sull'acqua. Di fronte alla grave carenza idrica, che supera di gran lunga i confini di Pescara, dell'Abruzzo e dell'Europa, bisogna prendere consapevolezza che l'acqua va trattata come un bene prezioso e quindi è inutile, per non dire miope, continuare a prendersela con l'Aca, perché serve solo ad alimentare tensioni. Ed è inutile anche prendersela con i sindaci, che nulla possono fare se c'è meno acqua rispetto al passato per mancanza di precipitazioni. Bisogna, invece, trovare delle soluzioni: la prima è organizzarsi tutti, in tutte le case, per avere un serbatoio adeguato a piano terra e un autoclave per portare l'acqua ai piani superiori, e la seconda è lavorare per il futuro, come sta facendo l'Aca che ha pianificato interventi milionari".
Ieri Masci ha parlato delle problematiche legate all'acqua con il direttore generale dell'Aca, Marco Santedicola, per fare il punto sugli interventi in corso e ha convocato un incontro per giovedì 18 luglio, alle ore 10, in sala Giunta, invitando a partecipare, tra gli altri, le associazioni di categoria, le associazioni di consumatori e la Asl, oltre all'Aca e all'Ersi. E in quello stesso giorno il Coordinamento Avs Radici in Comune ha indetto una conferenza stampa di fronte alla scalinata del Comune di Pescara, per parlare dell'emergenza idrica che sta attanagliando il capoluogo adriatico. Interverrà la consigliera comunale Simona Barba.
Ma Masci risponde anche alle critiche sollevate dal consigliere comunale Domenico Pettinari insieme a Massimiliano Di Pillo e Caterina Artese: "Non si può accettare che Pettinari, dopo dieci anni trascorsi in consiglio regionale, di cui cinque nel ruolo peraltro prestigioso di vice presidente del Consiglio, intervenga per chiedere cosa ha fatto la Regione per fronteggiare l'emergenza idrica. Si è chiesto, Pettinari, cosa è stato fatto negli ultimi venti anni, per evitare che si arrivasse al punto in cui siamo oggi? La politica, ha ragione lui, deve dare risposte. Quindi forse è arrivato il momento di tacere, per lui, a meno che non voglia collaborare con le istituzioni: a chi sa fare solo polemica preferiamo chi si impegna per la comunità, come stiamo facendo noi".
L'Aca gestisce una rete idrica di circa 3.500 chilometri, più 3.500 chilometri di rete fognaria, tra le province di Pescara, Chieti e Teramo; tra le difficoltà che ha dovuto affrontare l'attuale gestione, c'è stata l'uscita dal concordato preventivo. L'Aca ha già messo a punto un piano di investimenti da 60 milioni di euro finalizzati alla riduzione delle perdite idriche del 30%, arrivando così a un 10% di perdita. Oggi la percentuale di risorsa idrica che va persa si attesta attorno al 40% della risorsa disponibile e purtroppo una parte notevole è causata dalle utenze abusive, per cui non basta parlare di reti colabrodo.
Gli interventi previsti comprendono la distrettualizzazione delle reti idriche per regolare la pressione e la portata dell'acqua da remoto, che è propedeutica alle riparazioni, l'installazione dei contatori digitali che consentono di rilevare le perdite interne e il raddoppio della adduttrice del Giardino, già finanziato per il primo e per il terzo lotto e ora anche per il secondo lotto nell'ambito del Plissi, Piano nazionale per l'emergenza idrica, da terminare entro e non oltre il 30 giugno 2026. Ad ogni modo, gli interventi di riparazione sono molteplici.
"Di fronte a quella che non è più una emergenza idrica ma che rappresenta uno scenario ordinario perché la disponibilità di acqua si è ridotta drasticamente (invece i consumi continuano ad essere elevatissimi) sono state attuate tutte le possibili soluzioni che si potevano mettere in campo, ma è fondamentale che si agisca anche sul fronte dei consumi e da questo punto di vista serve la collaborazione di tutti. I consumi devono scendere, le abitudini devono cambiare. Intanto le autobotti sono attive, ce ne sono cinque, a Pescara, per fronteggiare le situazioni problematiche", conclude Masci.
A Chieti il sindaco Diego Ferrara, per fare fronte all’emergenza, ha disposto la presenza di due autobotti, una nel piazzale del parcheggio Giovanni Paolo II e l’altra a Chieti Scalo, per rifornimenti urgenti, i mezzi saranno disponibili non appena Aca darà il via libera. “La situazione è gravissima, l’acqua è disponibile al 40%, come ci ha riferito la presidente Aca Brandelli: questo anche a causa delle temperature di questi giorni, nonché per via del maggiore utilizzo - spiega Ferrara - Una percentuale esigua e che va razionata, per consentire ai diversi serbatoi presenti in città di raggiungere livelli e pressione adeguati al rifornimento di tutto il territorio. Nonostante l’utilizzo di un nuovo pozzo a monte della discarica di Bussi i quantitativi restano ancora insufficienti, quindi è necessario fare tutto il possibile per risparmiare acqua. Per usi irrigui si consiglia di non usare la potabile, ma di rifornirsi, ove necessario, alle fonti pubbliche di acqua non potabile situate a Brecciarola, Fonte grande e zona Terme Romane (via Nicolini)”.
Cosa prevede l’ordinanza:
1) Per le utenze domestiche il divieto di utilizzo dell’acqua prelevata dall’acquedotto per i seguenti usi non primari:
· Lavaggio di aree cortilizie e piazzali;
· Riempimento piscine a uso privato;
· Irrigazione di orti e giardini;
· Lavaggio domestico di automezzi e spazi esterni;
· Ogni altro utilizzo estraneo alle norme del contratto di somministrazione per forniture a uso domestico;
2) Per le utenze non domestiche la limitazione dei consumi dell’acqua prelevata dall’acquedotto comunale alle strette necessità per le quali è stato concesso l’allacciamento al pubblico acquedotto.
Letizia Scastiglia, direttore della Cna provinciale di Chieti, fa sua la protesta di tante attività artigianali e commerciali della città e del comprensorio gestito dall’Aca: "E’ inaccettabile che tante attività produttive della città debbano subire i continui disservizi nella fornitura dell’acqua, come purtroppo si sta verificando in questi giorni segnati oltretutto da temperature altissime. La società di gestione deve spiegare il perché di tutto ciò, e regolare il flusso dell’erogazione rispettando gli orari prefissati: in caso contrario, siamo pronti a sostenere anche in sede giudiziaria le ragioni di artigiani e commercianti, anche attraverso una class action. In Italia, in tal senso, vi sono molti esempi andati a buon fine", afferma.
"Così non si può andare avanti - aggiunge Scastiglia – perché tante, troppe attività come la ristorazione, che dell’acqua hanno bisogno assoluto e vitale, devono poter sapere con certezza assoluta quali sono gli orari di erogazione. Per non trovarsi di fronte a chiusure improvvise che le penalizzano e con loro penalizzano i clienti". 17 lug. 2024
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