Droga su gommoni dall'Albania a Fossacesia: in cinque davanti al giudice

Numerose balle di droga provenienti dall’Albania su potenti gommoni approdati sulla spiaggia di Fossacesia (Ch). Quasi due tonnellate di purissima marijuana, per un valore di 10 milioni di euro, furono scovate dai carabinieri di Giulianova nell’operazione D - Day dell’8 aprile 2017. (VIDEO)

Maxi operazione nazionale portata avanti dalla Procura di Genova che ha avuto anche spezzoni di competenza territoriale abruzzese. Così ieri, dinanzi al giudice delle udicenze preliminari di Lanciano, Giovanni Nappi, è approdato il prosieguo dell’indagine che il 18 febbraio 2021 ha visto partire altri provvedimenti cautelari. In cinque sono ora imputati di concorso in spaccio di stupefacenti con le aggravanti, con almeno 5 persone coinvolte e l’ingente quantitativo con rischio, pene da 6 a 20 anni. Imputati sono Antonio Paolini, 58 anni, di Fossacesia, autore della collaborazione logistica per nascondere la droga; quindi i pugliesi Luigi De Roma, 49 anni, di Putignano; Mario Barletta,41 anni, di Francavilla Fontana; Alessandro Zizzi, 30 anni, di Cisternino (Brindisi); Leonardo Galasso, 41 anni, pure di Cisternino, addetti allo scarico dello stupefacente arrivato su un gommone di nove metri munito di due motori Mercury da 500 cavalli ognuno. Traversata in poco più di 2 ore.

Ieri ammessi al rito abbreviato Zizzi, De Roma e Galasso, in aula il 2 ottobre; rinvio a giudizio invece per Paolini e Barletta, all’11 ottobre. Il primo ad essere stato arrestato è stato Giovanni Carabotti, 55 anni, di Brindisi, che a Roseto degli Abruzzi, dove risiedeva, sovrintendeva l’arrivo della droga. Carabotti ha già patteggiato a Lanciano, a fine 2017, la condanna a 3 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione e 11.700 euro di multa. Ma l’indagine è andata avanti fino al nuovo filone. Ieri dinanzi al gup la posizione degli altri cinque imputati.

Il frentano Paolini, difeso dall’avvocato Marco Di Domenico, risponde di aver accolto 1.676 chilogrammi di marijuana, contenuti in 76 involucri, nel rimessaggio barche Ocean Service di Fossacesia, sotto il ponte del fiume Sangro. Avrebbe poi affittato un capannone in via Colle Castagna dove è stato custodito lo stupefacente; procurò la cella frigorifera per occultarlo, reclutava i partecipanti e organizzava la trasferta dalla Puglia. Dava pure disposizioni sulle cautele da adottare e procurava furgoni per trasferire il carico e le radio trasmittenti con frequenza impostata per le comunicazioni allo sbarco. Avrebbe poi procurato i lucchetti per chiudere il capannone, carrello elevatore per scarico della droga, carrello per tirare a secco il gommone e individuò un B&B che gli altri imputati usarono come base di appoggio.

Come base logistica, poi, stando alle accuse del pm Francesco Carusi, fornì la sua abitazione. "Cercheremo di chiarire questa incresciosa vicenda risalente al 2017, in cui, suo malgrado, si ritrovó coinvolto il mio assistito, ignaro a riguardo" - dice l’avvocato Di Domenico. Collegio difensivo completato dagli avvocati Matteo Carpi, Michele Fino e Martino Cito. 07 feb. 2023

WALTER  BERGHELLA   

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