Lanciano. Frustate e abusi in chiesa: non c'è reato. Condanna a 6 mesi per don Facchini

Non ha soggiogato i ragazzi che lo frequentavano e che facevano parte del "cenacolo" che aveva costituito.

Dopo otto anni, tra indagini e processo, il giudice del tribunale di Lanciano, Andrea Belli, ha assolto, dal reato principale, quello di violenza privata, perché il fatto non sussiste, André Luiz Facchini, del '74, di Umuarama, in Brasile, ex parroco della chiesa di Sant'Agostino a Lanciano (Ch) e presidente dell'associazione Legio Sacrorum Cordium. Egli, ancora adesso, è sacerdote della diocesi di Lanciano-Ortona, pur essendo tornato da diversi anni, da quando è scattata l'inchiesta a suo carico, nel paese d'origine. 

Il prete è stato invece condannato a 6 mesi di reclusione, per violazione di domicilio, per un episodio accaduto nel 2011, quando, alle 2 di notte, si presentò a casa di Sandro Rotondo, in località Villa Andreoli a Lanciano, e successe il parapiglia. Per questo fatto dovrà risarcire anche le due parti civili costituite, con mille euro, e, in più, dovrà pagare le spese processuali. Inoltre il giudice ha disposto la remissione degli atti in Procura per stalking, sempre nei confronti di Rotondo. Il pubblico ministero, Gina Petaccia, aveva chiesto complessivamente due anni e mezzo di carcere. 

"Ha tenuto - ha affermato il pm  - atteggiamenti non consoni ad un sacerdote, che deve guidare i fedeli, dare loro consigli religiosi, suggerire come comportarsi nei confronti del prossimo, ma non imporre diktat. Come responsabile della Legio e come parroco - ha aggiunto - non si è limitato a consigli e direttive, ad essere guida spirituale, ma ha manipolato i giovani che a lui si era affidati e che lo seguivano, imponendo loro di non utilizzare il cellulare, obbligandoli a determinate abitudini, a riti particolari, punizioni, a  frequentare solo quelli che erano iscritti alla Legio. Ci sono state flagellazioni e frustate, anche su minorenni; lesioni, effetti devastanti sulla psiche dei ragazzi e sulle loro condizioni di salute in genere". 

I fatti contestati dalla magistratura, in parte anche prescritti, risalgono agli anni 2008-2011. Le indagini sono scattate a seguito di un’inchiesta giornalistica di Abruzzolive.tv. Diverse le contestazioni a carico del religioso, riuniti in un unico procedimento penale. Stando agli atti della Procura, il sacerdote avrebbe, con "abusi di poteri e violazioni di doveri", plagiato alcuni giovani appartenenti alla Legio Sacrorum Cordium. Con il suo atteggiamento, con le sue imposizioni avrebbe "manipolato e destabilizzato la psiche dei ragazzi fino al punto da annullare la loro autonomia di percezione e decisionale"; avrebbe "utilizzato" segreti ricevuti nel sacramento della confessione per rendere credibile la versione del contatto diretto con santi e madonne. Cioè da un lato carpiva le piccole pecche rivelate in confessionale, dall'altra le usava per "ricattare"  e terrorizzare i ragazzi. In alcune occasioni li avrebbe costretti "a subire condotte deleterie per la loro salute mentale". In particolare, durante i riti della Legio, costringeva alcuni a punizioni corporali: strisciare in ginocchio sul pavimento del santuario oppure baciare le mattonelle della chiesa facendo segni di croce con la lingua.

Durante un ritiro spirituale - così recita il capo d'accusa - quattro ragazzi (di cui due all'epoca minorenni) sono stati sottoposti "al rito della flagellazione, utilizzando un rosario dai grossi grani, a suo dire necessario per la salvezza delle anime, infliggendo loro tre frustate sulla schiena per ogni anima da salvare". Così venivano liberate "le anime dal purgatorio", tra un'Ave Maria ed un Padre Nostro. L'imputato aveva la pretesa di controllare anche la vita sentimentale degli iscritti. Alcuni dei giovani coinvolti nel "progetto Legio" hanno - rileva il pubblico ministero - "subito lesioni personali dalle quali sarebbe scaturita una malattia nella mente con la necessità di dover ricorrere a cure psichiatriche, che su diversi giovani continuano ancora". Tre le patologie indotte risultano disturbi depressivi, attacchi di panico, crisi ansiose, disturbi post-traumatici da stress. Ma questi fatti, con la sentenza di oggi, non sono stati riconosciuti come reato. Anche perché la perizia presentata dalla Procura è stata fatta senza ascoltare nessuno dei giovani in cura dallo psichiatra. "Scagionata" anche la  Diocesi, patrocinata dall’avvocato Luisa Berdini, chiamata alla corresponsabilità civile per non aver vigilato sul sacerdote. 

Il giudice ha accolto in sostanza la tesi dell'avvocato Osvaldo Piccirilli, difensore del prete, secondo cui "i ragazzi si sono sottoposti volontariamente a certe pratiche" che fanno parte "della tradizione cristiana". "Le condotte tenute rientrano nei compiti di un sacerdote - ha affermato Piccirilli -. Altrimenti che ci sta a fare?"

Poi c'è la vicenda per cui Facchini è stato condannato. Nella notte tra il 27 e 28 ottobre del 2011 si è introdotto nel cortile di casa della famiglia Rotondo. Vi era arrivato di sottecchi e stava nei pressi dell'abitazione quando fu scoperto. In quella casa, all'epoca, si facevano turni di guardia e ronde dato che ignoti avevano già dato fuoco ad una catasta di legna, avevano bruciato una macchina, avevano avvelenato due cani, uno dei quali era morto. Quella notte è stato il putiferio. E il prete , che ha usato termini quali "puttana", "spacciatore" e "drogato", durante una colluttazione fu anche picchiato e finì in ospedale. Sul posto giunsero i carabinieri. Per le botte è stato condannato Maurizio Rotondo, 38 anni, a due mesi di reclusione, mentre è stato assolto il fratello Sandro, di 35 anni, di cui il prete si era invaghito, e che, per questo e perché era uscito dalla Legio, perseguitava nelle più disparate maniere. I fratelli sono stati rispettivamente difesi dagli avvocati Domenico Cianfrone e Antonella Troiano. Annunciati ricorsi in appello.

Della complessa questione si sono occupate anche le Jene, volate fino in Sudamerica per stanare Facchini, che non si è mai presentato in aula. 

Serena Giannico e Alessandro Di Matteo

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 5242

Condividi l'Articolo