Galeotta la telecamera situata sul campanile della chiesa di San Benedetto, ad Atessa (Ch). Sono state le riprese dall'alto, che hanno filmato il cambio di auto da parte dei banditi, a instradare le forze dell'ordine, a far loro capire che era la pista giusta. E, stamattina, dopo mesi di indagini, per la rapina alla Banca di credito cooperativo Sangro-Teatina, filiale di Piazzano di Atessa , avvenuta lo scorso 24 ottobre, ci sono stati quattro arresti. Provvedimenti emessi dalla magistratura di Lanciano (Ch).
Tre indagati sono maschi e sono della provincia di Roma; poi c'è una basista, locale, una 32enne di Atessa. Custodia cautelare in carcere per Luciano Martelli, 75 anni, originario di Tripoli, e per Mirko Aspergo, 38 anni, esperti rapinatori. Loro sono già rinchiusi a Rebibbia per fatti analoghi. Domiciliari, invece, perché incensurati, per Emanuele Aspergo, di 37 anni, disoccupato, cugino del 38enne, di Morlupo (Rm), a cui è stato apposto il braccialetto elettronico, e per Silvana Calia, 32 anni, barese d'origine, residente ad Atessa, commessa. Le accuse sono di concorso in rapina a mano armata, sequestro di persona e furto.
Gli accertamenti, complessi, sono stati condotti dai carabinieri di Atessa. "Abbiamo passato al setaccio tante telecamere di videosorveglianza - spiega, in conferenza stampa, il capitano della compagnia, Marco Ruffini, con accanto il tenente Federico Ciancio -. Oltre a quelle dell'istituto di credito svaligiato, anche altre installate in abitazioni private, in esercizi commerciali e in alcuni comuni limitrofi, per un raggio di dieci chilometri". Un lavoro certosino, di incroci e comparazioni di ore ed ore di registrazioni. E poi analisi dei tabulati telefonici; ricerca di collegamenti tra i vari sospettati, con vaglio di frequentazioni, parentele ed amicizie; pedinamenti e intercettazioni telefoniche ed ambientali; comparazioni somatiche effettuate con l'aiuto dei Ris di Roma; audizione di testimoni. Un sodalizio di esperti, quindi, giunto in trasferta dalla capitale.
Erano circa le 10.30 e quando i malviventi sono entrati in azione. Nello sportello Bcc, taglierino in mano, hanno fatto irruzione in due, mentre un terzo aspettava fuori, a bordo di una Fiat Uno verde, rubata il giorno prima nella zona industriale di Atessa. Si sono finti clienti. Una volta dentro, hanno indossato passamontagna e occhiali, per camuffarsi. "Dov’è la cassaforte. Apritela. Dov'è il direttore Simone?", hanno gridato. Hanno invitato i dipendenti, 7 in tutto, a mettersi di spalle e a guardare il muro. Hanno rinchiuso alcuni clienti in una stanza.
I forzieri a tempo sono stati un ostacolo, ma era aperta, perché c'erano operazioni in corso, la cassaforte che rifornisce le casse. Hanno rubato, alla fine, circa 40mila euro e buste con dentro monete da un euro e due euro e banconote da 5 e 10 euro. Nel bottino anche valuta straniera, circa 6mila dollari. Fuga a bordo della Uno che è stata abbadonata dopo poche centinaia di metri, nei pressi della vicina chiesa di San Benedetto, da dove è stata immortalata la scena con i criminali. Qui i tre sono saliti su una Golf e una Bravo, con le quali se la sono svignata. Sul posto, dopo appena quaranta secondi, i carabinieri di Atessa, che per un soffio non hanno incrociato i banditi. La zona è stata cinturata dalle forze dell'ordine, ma nulla.
Per compiere la rapina Martelli è evaso dai domiciliari; mentre Aspergo, che non poteva comunque allontanarsi dalla provincia dove vive, ha approfittato di un permesso premio accordatogli per andare nella polisportiva Pro Roma, dove si allenava giocando a calcio. Per questo l'operazione che ha portato all'identificazione e alla cattura del gruppo, è stata denominata "Permesso". La donna implicata, invece, avrebbe conosciuto quelli che sono poi diventati i suoi complici tramite un familiare richiuso nel penitenziario di Rebibbia.
"Questa operazione - afferma il sindaco Giulio Borrelli, intervenuto in caserma anche per salutare il capitano, che presto lascerà Atessa per altra destinazione - dimostra che il territorio è vigilato e protetto. Ringrazio tutti per il lavoro svolto, in particolare il capitano Ruffini. Ringrazio i militari impegnati nella soluzione del caso. Ricordo che il comando e la stazione dei carabinieri di Atessa sono stati rinforzati con nuovo personale, anche su richieste pressanti di questa amministrazione. Dovevamo alzare una barriera contro la criminalità, ed è stato fatto. Un'alta percentuale di crimini, da queste parti, non resta impunita".
Serena Giannico
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Nelle foto i carabinieri di Atessa che illustrano le varie fasi delle indagini