Ha stretto la mano a campioni del calcio come Maradona (foto), Scirea, Platinì e Passarella. Lo ha fatto prima del fischio d'inizio di ogni gara.
Antonio (per gli amici Tonino) Sauro, lancianese, trapiantato dal 1970 a Roma, è morto nella Capitale nei giorni scorsi. È stato arbitro di calcio fino alla serie B, poi come era consuetudine nel mondo arbitrale, invece che appendere “le scarpette al chiodo”, è passato nei ranghi della carriera di guardialinee (oggi più tecnicamente definito assistente dell'arbitro), per vivere e la sua avventura ancora sui campi di calcio. Sauro, 77 anni, la domenica la trascorreva dentro gli stadi per sentire il magico profumo d’erba, per poi alzare la bandierina per un fallo laterale o un fuorigioco, per uno sguardo d'intesa con direttore di gara nell'assegnare un rigore (altro che Var!). E darsi, fra i colleghi della terna arbitrale, a fine gara, una pacca sulle spalle, urlando di gioia negli spogliatoi. Un mondo bellissimo, spesso poco raccontato nel mondo del calcio. Amicizie vere che persistono nel logorio del tempo.
Anche la sezione Aia di Roma “Generoso Dattilo ha dato nei giorni scorsi la triste notizia.
Gli amici di Lanciano raccontano che “l’estate lui e la moglie venivano a San Vito per gustarsi il nostro mare, Sauro era anche istruttore di nuoto nelle piscine romane dei Parioli”, e mitiche furono “le partite di serie A come Ascoli-Milan, Campobasso-Inter con Passarella e Inter-Fiorentina degli anni ’80”. E gli amici romani così lo ricordano: “un altro carissimo amico che ci ha lasciato, in cielo si è ricomposta la mitica ‘terna’ Vittorio Benedetti, Arnaldo Rocchi e Antonio Sauro”.
I funerali di Antonio Sauro si sono svolti venerdì scorso nella chiesa di San Mattia in piazza Primoli di Roma.
Sauro lascia la moglie Patrizia e le figlie Dorina e Michela.
ALESSANDRO DI MATTEO
Ha collaborato GEATANO D'ALESSANDRO
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