Calcio. Serie B. Il Pescara si arrende: per la retrocessione in C manca solo la matematica

COSENZA 3 PESCARA 0

Reti: 6’ e 31’ Tremolada, 8’ Carretta

COSENZA (3-4-1-2): Falcone, Antzoulas (75’ Bouah), Idda, Legittimo, Corsi, Kone (75’ Ingrosso), Ba, Crecco, Tremolada (60’ Trotta), Carretta (66’ Tiritiello), Gliozzi (60’ Sueva). In panchina: Saracco, Matosevic, Schiavi, Vera, Sacko, Bahlouli. All. Roberto Occhiuzzi

PESCARA (2-5-2): Fiorillo, Sorensen (61’ Volta), Guth, Scognamiglio, Bellanova, Masciangelo, Rigoni (27’ Maistro) (76’ D’Aloia), Valdifiori, Machin, Odgaard (61’ Galano), Giannetti (76’ Ceter). In panchina: Radaelli, Bocchetti, Nzita, Dessena, Tabanelli, Capone, Vokic. All. Gianluca Grassadonia

Ammoniti: Bellanova, Sorensen

Arbitro: Livio Marinelli di Tivoli. Assistenti: Luigi Lanotte di Barletta e Davide Moro di Schio. IV Ufficiale: Daniele Rutella di Enna

E venne il giorno del giudizio. Un giorno atteso con serenità, come propagandato da anni dal presidente del Pescara, Daniele Sebastiani. “State sereni” è stato il tormentone delle ultime stagioni biancazzurre, un'espressione che ha funzionato finché è durata la bravura nel sotterrare le magagne e la fortuna che ha fatto cadere spesso in piedi la società. Anche il Covid, con tutte le sue conseguenze, è venuto incontro al Pescara negli ultimi due campionati: la lontananza del pubblico, infatti, ha anestetizzato la città abruzzese e il caldo pubblico dell'Adriatico, mantenendo sotto una campana di vetro società e giocatori che, in tempi diversi, sarebbero stati travolti dal tornado delle polemiche e dall'onda d'urto della contestazione. E invece nulla. Perché il fumo negli occhi di quello “state sereni” ha funzionato come uno spot pubblicitario ingannevole che ti presenta una merendina traboccante di gusto, quando poi in realtà la farcitura deve essere cercata con il lanternino. Dopo il deludente risultato ottenuto con l'Entella, la partita della vita di Cosenza doveva assumere le sembianze di un assalto a Fort Apache, una gara da giocare con una cattiveria agonistica che si avvertisse dallo sguardo dei calciatori, ma soprattutto un match da vincere con ogni mezzo. Poi ecco le squadre scendere in campo e la telecamera indugiare sui giocatori del Pescara. Il tifoso medio biancazzurro a quel punto si era già messo l'anima in pace (torna il celebre “stai sereno”): quei volti mancanti di grinta erano il preludio a quanto stava per accadere. Erano le facce di chi, comunque fossero andate le cose, la notte post gara avrebbe dormito tranquillo e magari tra una decina di giorni sarebbe anche andato via da Pescara rientrando dai prestiti, lasciando la città in serie C, ma tanto “chissenefrega”. E infatti, prima che si riesca a dire “statesereni” tutto d'un fiato e che la gomma da masticare dello svogliato Ceter in panchina potesse diventare dura come la pietra, i nostri eroi ne avevano già presi due, dando una chiarissima sensazione d’impotenza agli avversari, ai tifosi davanti alla TV e al campionato di serie B, una categoria nella quale puoi giocare solo se nella vita fai il calciatore. Tremolada mette i brividi in occasione della sua punizione vincente, poi Carretta è una fuoriserie nell'uno contro uno con Scognamiglio e siamo 2-0 dopo 8 minuti. Il tris arriva sempre grazie a Tremolada alla mezz'ora e per il Pescara è elettroencefalogramma piatto. Fine di un'agonia. Fine nonostante la matematica non abbia ancora dato il suo verdetto a dispetto della logica, quella sì, davvero impietosa. Una sorpresa? Macché. I tifosi del Delfino erano preparati: tre allenatori in una stagione solitamente vuol dire retrocessione, così come secondo peggior attacco e seconda peggior difesa del campionato. Alla fine, mister Grassadonia chiede scusa assumendosi le proprie responsabilità, il diesse Bocchetti afferma di avere il 90% delle colpe e i giocatori sono pronti a girare pagina cambiando sfondo ai loro selfie. E i tifosi? Loro possono stare sereni, al contrario del presidente Sebastiani: per chi ama i colori biancazzurri, infatti, la maglia del Pescara ha lo stesso valore a prescindere dalla categoria.

IL FILM DELLA PARTITA

6’ Tremolada trova l'incrocio da punizione dai 25 metri. Fiorillo è battuto e il Cosenza è in vantaggio per 1-0
8’ Carretta sfugge a Scognamiglio, cade all'ingresso dell'area di rigore biancazzurra, Scognamiglio non interviene mentre il cosentino si rialza, prende la mira e infila Fiorillo con il sinistro in modo imparabile. Per il Pescara è la fine
16’ Machin su punizione non trova la porta per deviazione della barriera in corner
21’ Bellanova non trova il tapin da due passi dalla porta di Falcone e la palla esce sul fondo
24’ Kone non trova la porta dal limite: c'è la forza, ma non la precisione
31’ 3-0 di Tremolada che col sinistro dal limite indovina l'incrocio: Pescara morto e sepolto
33’ Falcone respinge un rasoterra di Odgaard dall'interno dell'area di rigore
44’ Sinistro di Carretta a giro e palla che sfiora il palo alla destra di Fiorillo
45’ Saranno 2 i minuti di recupero
45’ + 1’ Sventola di Valdifiori dal limite respinta da Falcone, si avventa sul pallone Giannetti, ma non riesce a toccare il pallone verso la porta
59’ Conclusione di Maistro, preda di Falcone
63’ Rigore per il Pescara per fallo di Ba su Giannetti
63’ Machin fallisce il rigore che viene respinto da Falcone!
65’ Girata di Giannetti parata da Falcone
67’ Colpo di testa di Giannetti parato a terra in due tempi di Falcone
90’ Rasoterra di Trotta deviato da Bellanova in calcio d'angolo
90’ Saranno 4 i minuti di recupero
94’ Finisce la partita: Cosenza-Pescara 3-0. 02 mag. 2021

Fernando Errichi

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