Infuria la polemica sul cambio al vertice della Sangritana

Le vicende piuttosto complicate della Sangritana continuano a tenere banco e a suscitare dichiarazioni e commenti. L’ultimo, almeno in ordine di tempo, è quello della consigliera comunale di “Lanciano in Comune” Dora Bendotti, ex assessore alle politiche sociali che in una nota stigmatizza con forza gli ultimi accadimenti relativi alla sostituzione dei vertici societari. Un iter definito poco chiaro e portato avanti “nel silenzio delle istituzioni comunali”, scrive la consigliera di opposizione.

Dopo la sostituzione dell’amministratore unico Alberto Amoroso, al termine di tre anni di mandato, con  Enrico Dolfi, dirigente della divisione ferroviaria della Tua Spa che a sua volta ha rinunciato all’incarico per motivi personali, si è dato il via alla nomina di Paolo Marino già dirigente dell’area appalti e acquisti di Tua. Questo il percorso di avvicendamento destinato a provocare ulteriori polemiche.

“Sotto l’ombra del campanile lancianese si consumano da sempre querelle politiche per assecondare o “punire” questo o quello schieramento – si legge nella nota della Bendotti – Il tutto, come nel caso dell’avvicendamento alla presidenza della Sangritana senza che l’amministrazione comunale, già colpevolmente silente nel 2015, dica o faccia niente. Che il centro destra sia abituato alla spartizione politica di ruoli societari in enti pubblici e controllati è cosa nota, ed è ancora più noto l’atteggiamento degli amministratori e dei rappresentanti politici di centro destra – continua la consigliera che va giù pesante – cittadino che accolgono certe decisioni in silenzio anche a scapito di aziende nate a Lanciano e con gran parte dei dipendenti che vivono a Lanciano con le loro famiglie”

Per la Bendotti “l’orientamento del presidente Marsilio è quello di vendere la società, progetto sul quale mi sono già espressa e che pare contestato anche da alcuni rappresentanti della coalizione di centro destra, è un fatto che il presidente Amoroso abbia  cercato di scoraggiare questa scelta”.

Va ricordato che il fatturato della Sangritana è cresciuto da 7,6 milioni di euro nel 2020 a 12 milioni nel 2023 con una stima di 15,5  nel 2024 e di 17 milioni di euro nel 2025. “Una crescita importante ma che evidentemente per Marsilio conta poco – conclude la consigliera – forse bisognava dimostrare di avere meno a cuore le sorti dell’azienda che fu frentana e che ora è a tutti gli effetti proprietà della politica e delle spartizioni”.

Interviene sulla questione anche il consigliere del Pd, Leo Marongiu. "La notizia del mancato rinnovo del presidente Alberto Amoroso – scrive in una nota - sul quale operato c’è un giudizio positivo a prescindere dall’appartenenza politica, apre la guerra tra bande all’interno dello schieramento uscito vincitore alle ultime elezioni regionali entrando, tra l’altro, a gamba tesa nei confronti della Sangritana spa, sulla quale da tempo denunciamo un atteggiamento di bullismo istituzionale da parte della Regione attraverso la Tua”.

“Un intervento invasivo politicamente - rimarca - che avviene durante la procedura di ricerca di partners sul mercato per la cessione di una parte consistente del capitale sociale della stessa società in esponenziale crescita in questi anni sulla movimentazione di merci e sulla costruzione di sinergie commerciali nazionali e internazionali. Ben note a tutti sono le perplessità del presidente Amoroso sulle procedure in corso: Marsilio così decide di estromettere in un colpo solo una voce contraria ed anche la garanzia di una presenza lancianese e del territorio di controllo”.

"L’amministrazione Paolini o ha avallato timidamente questa scelta regionale – afferma ancora Marongiu - con lo stesso atteggiamento che mostra nei confronti anche di tutte le decisioni sanitarie della Asl2 oppure, peggio, non è stata nemmeno informata sulla situazione, a riprova della inconsistenza della sua azione politica".

E non manca di affrontare la spinosa vicenda il consigliere comunale Giacinto Verna (Azione). "A distanza di anni - dice - sta avvenendo quello che temevamo e che con Pino Valente, nel 2014, avevamo provato a contrastare: la fine di Sangritana. Dieci anni fa Pino e Progetto Lanciano fecero fuoco e fiamme per tutelare la Sangritana, andando anche contro il governo regionale di centrosinistra che avevamo appoggiato – ricorda Verna – Nell'ambito della legge regionale sulla riforma del trasporto pubblico, riuscimmo ad ottenere che il comparto ferro cargo, che era una tipicità dell'azienda, restasse a Lanciano, dimostrando che il comparto ferro cargo da un punto di vista economico e finanziario era sostenibile e doveva avere un ruolo centrale. L'allora governo D'Alfonso, attaccato e criticato da noi, mantenne quell'impegno. Oggi l'attuale governo di centrodestra – continua il consigliere di Azione - vuole dismettere parte del capitale sociale, aprendo a competitors nazionali che sono in grado di sostituirsi a Sangritana sul mercato e di poterla inglobare, portando a compimento quello che, a partire dal governo Chiodi, è sempre stato il piano del centrodestra. Era il timore di Pino nel 2014 ed è il nostro dieci anni dopo”.

“A riprova – continua Verna - c'è il trattamento riservato al presidente Alberto Amoroso che, sebbene in quota Forza Italia, si è contrapposto alla sua stessa maggioranza, provando a non piegarsi alla volontà di Marsilio e compagni e rivendicando quanto era stato stabilito nel 2014-15. Nell'arco di questi anni, ed in particolare negli ultimi due anni e mezzo, continuiamo a registrare l'assoluto silenzio del centrodestra frentano, supino alle decisioni regionali. La filiera Regione-Comune, tanto sbandierata dagli amministratori locali, nei fatti continua a mortificare la città di Lanciano e a relegarla ai margini”. 22 mag. 2024

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