"Non abbiamo più alcuna intenzione di rilevare lo stabilimento ex Ciaf di Atessa". La Eco Eridania Spa di Arenzano (Genova) ha archiviato l'idea di acquisire e riattivare gli impianti ex Ciaf, situati in località Piazzano. Ad annunciarlo, ad Abruzzolive.tv, è Diego Zarneri, responsabile Relazioni istituzionali e comunicazione del colosso industriale, che conta 200 milioni di fatturato e circa mille dipendenti un po' in tutta Italia. "In Val di Sangro - inizia Guarneri - tempo fa abbiamo acquistato l'industria Maio.Com che si occupa del trattamento di rifiuti sanitari, con annesso termovalorizzatore e sterilizzatore. Quando entriamo in un territorio, come gruppo, cerchiamo di creare una filiera. Da qui - spiega - era nata l'idea di investire nella vicina ex Ciaf. Tra l'altro - afferma - imprenditori della zona, ex dipendenti Ciaf ed anche attivisti ambientalisti ci hanno all'inizio incoraggiato in questo senso, evidenziando che era il modo per sanare, con la bonifica, una situazione di degrado e di pericolo, considerato lo stato in cui versa l'insediamento Ciaf". Così si sono messi all'opera, con l'obiettivo di acquisire, presso il tribunale di Lanciano, l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e di comprare quel che resta del complesso Ciaf, destinato allo stoccaggio ed al trattamento chimico-fisico e termico di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. "Abbiamo parlato con il liquidatore - riprende Zarneri - e messo al corrente Regione e Comune delle nostre intenzioni. Ma, subito, il sindaco di Atessa si è mostrato titubante e contrario, dato anche gli "spettri" del passato che il nome Ciaf evoca. Abbiamo solo raccolto informazioni; non abbiamo mai presentato progetti; non abbiamo prodotto documenti di alcun genere, neanche una lettera". Nel frattempo è scattata la mobilitazione, capitanata proprio dal Comune di Atessa e dal primo cittadino Giulio Borrelli: ci sono stati incontri, proteste ecologiste, cortei con tanto di trattori agricoli, adunate di sindaci e manifestazioni contro Ciaf ed una sua eventuale temuta... resurrezione. "Quando abbiamo compreso - riprende Guarneri - che in realtà si tratta di un 'nervo scoperto' e la contrarietà della politica, dei cittadini e del territorio alla riapertura di Ciaf, ci siamo immediatamente fermati. Stop, senza possibilità di ripensamento. Ma, in Abruzzo, - conclude - se dovessero presentarsi altre opportunità, anche in altri luoghi, siamo pronti ad investire".
21 luglio 2018
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