Via le transenne. Arrivano birilli e cordolo. Il pericolo sembra passato, anche se il 16 agosto 2018 si è trattato di un grande pericolo. "Non ci giriamo intorno, un fabbricato era ormai collassato. Stava per cadere, se non ci fosse stato il nostro intervento. Il fabbricato cedendo avrebbe probabilmente trascinato con sé altre costruzioni. Noi abbiamo bloccato il cedimento, il crollo", così dichiara Pasquale Di Monte, ingegnere incaricato, l'estate passata, insieme con il geologo Luigi Carabba, dei rilievi sulla voragine aperta all’interno del negozio di abbigliamento "Josephine" in corso Trento e Trieste a Lanciano (Ch). Il buco, di 5-6 metri, è stato riempito con circa 200 metri cubi di ghiaia. Rischio scongiurato, ora primi provvedimenti in loco, nel centralissimo corso.
Stamattina i tecnici comunali, sotto la supervisione dell’assessore ai Lavori Pubblici, Giacinto Verna, hanno eliminato le transenne - "antiestetiche e con poco decoro per lo stesso corso", dichiara l'assessore - e hanno interdetto di nuovo il tratto al transito. "Abbiamo ristretto l'area chiusa per renderla più accessibile, sia per i cittadini che per i commercianti".
Nelle settimane scorse è stata creata una task-force tecnico-scientifica per intervenire in modo più massiccio nell’area, anche perché – dichiara ancora Di Monte – "gli interventi da fare saranno idrici e fognanti che si spingano su una vasta area a partire dalla Pietrosa ed anche più in là e che vada a finire fino a Pozzo Bagnaro (dopo il ponte di Diocleziano – ndr)". Alcuni interventi "saranno a carico del Comune ed altri a carico dei privati" dopo ovviamente opportune indagini. L'ente pubblico pagherà per vie, piazze, corso ecc. e i privati per l’interno dei rispettivi perimetri", evidenzia ancora Di Monte.
Dal punto di vista tecnico, si fa presente, "è inopportuno andare a completare l’ultima parte del corso con la Presentosa. Se si devono fare dei sondaggi è chiaro che non fai prima il pavimento e poi i sondaggi". La politica poi però può viaggiare su altri binari.
Attualmente la task-force tecnico-scientifica è composta dagli ingegneri Nicola Sciarra dell’Università "d’Annunzio" di Chieti e Aniello Russo Spena, dell’Università de L’Aquila; da Luigi Carabba e dall’ingegner Fausto Boccabella del Comune di Lanciano. "Questo tavolo tecnico sta operando attraverso indagini. Opererà per alcuni mesi. In seguito sarà effettuata un’attività di monitoraggio che si prolungherà per altri 8-9 mesi", dichiara Verna. Obiettivo: "Dal responso tecnico-scientifico vogliamo trovare indicazioni e soluzioni per quello che succede o non succede nel sottosuolo, oltre che nel soprasuolo. Adesso non abbiamo la certezza di nulla, siamo certi solo di aver messo in sicurezza i due locali, la voragine. Il dissesto e disastro l’abbiamo guariti ma non sappiamo effettivamente la causa originaria".
L’impegno di spesa per questa attività? Indagini e monitoraggio per ora significano 65 mila euro circa. Gli interventi futuri, che andrebbero a toccare un'ampia parte del cuore della città, non comporteranno spese di 100 o 200 mila euro ma molto di più. "Probabilmente siamo oltre il milione", secondo un’analisi dell’ingegner Di Monte. Con la task-force l’obiettivo è anche, attraverso una relazione dettagliata ed oculata, di poter accedere a finanziamenti nazionali e/o europei per mettere per la prima volta mano ad un problema tenuto "nascosto" da decine e decine di anni dalla politica.
Alessandro Di Matteo
Foto Massimiliano Brutti, Alessandro Di Matteo
@RIPRODUZIONE VIETATA