Altri 40 mila euro. E' questa la cifra che bisognerà ancora spendere per la pista ciclabile di via del Mare a Lanciano (Ch). La determina a contrattare - la 242 del 20 febbraio 2019 - è stata firmata ieri dal dirigente del settore Finanze, Paolo D’Antonio (l’architetto Alessandro Sciarretta è il responsabile unico del procedimento). Motivo dell’intervento? La necessità di realizzare opere per "il miglioramento funzionale della rete viaria di via del Mare, via Panoramica e traverse", come da progetto della Giunta comunale del 27 dicembre 2018. Una somma cospicua, che si aggiunge agli 835 mila – 600 provenienti dalla Regione e 235 dalle casse comunali -, che sono stati necessari per la realizzazione dell’opera. Fattivamente i 40 mila euro servono per la tinteggiatura in giallo del cordolo della pista (oggi al grigio naturale), l’aggiornamento e miglioramento della segnaletica orizzontale e verticale, l’eliminazione a fine pista del marciapiede per la creazione di parcheggi. Lavori per i quali la pista sarà temporaneamente chiusa. Si tratta di un provvedimento - si legge nella determina - "teso al raggiungimento di obiettivi fondamentali, fra cui la sicurezza". Perché più che di miglioramento si tratta di cercare di mettere a norma una pista ciclabile, lunga circa 860 metri, nata, probabilmente, troppo velocemente, sotto la campagna elettorale delle Comunali del 2016, al centro di polemiche a non finire (a torto e a ragione), e soprattutto al centro di continue migliorie. Una pista che , ahimé, giova ricordare, non è mai stata collaudata come le norme in materia richiedono.
Le lacune e le criticità sono state evidenziate da mesi (o anni) da più parti: tralasciando la polemica politica, l’associazione Ascom Abruzzo, da sempre, paventa irregolarità e manifesta illegittimità della pista per i troppi accessi-traverse sulla pista (negligenza e problemi per la “sicurezza, il rispetto delle normative vigenti e sulle relative autorizzazioni e collaudi”). Se poi è lo stesso comandante della polizia municipale della città, Guglielmo Levante, in una nota del 22 maggio scorso, a manifestare criticità, osservazioni e perplessità sulla pista qualcosa effettivamente non quadra.
Al centro delle polemiche, da due anni e mezzo, le numerose intersezioni stradali, una ogni 50 metri, lo spartitraffico fra pista e auto di proporzioni enormi e soprattutto la mancanza di segnaletica. Le intersezioni purtroppo, indirettamente, hanno già mietuto feriti per gli accessi diretti sulla pista, ciclisti investiti e finiti in ospedale. Imprudenza, imperizia, colpe di qua e colpe di là, la pista ciclabile primizia dell’amministrazione comunale targata Pupillo è nell'occhio del ciclone. Che non finiranno certo con l’intervento da 40 mila euro. Ammesso che sia l’ultimo. Una corposa documentazione probante il pericolo per cittadini, ciclisti e automobilisti, su iniziativa di Ascom Abruzzo, è finita sia in Procura a Lanciano sia al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tornare indietro non si può, politicamente parlando. Bisognerebbe sconfessare la "green city", il primo intervento per iniziare una città collegata con le bici, "che va da via del Mare a viale Cappuccini". A meno che, come asseriscono i più maligni, non ci pensino la Procura e la Prefettura a bloccare tutto.
Redazione Lanciano
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