Il 9 novembre 2009, quando ha 87 anni, da una casa di riposo di Lanciano (Ch) viene condotto in municipio... “per fare qualcosa”. In pochi minuti l’ex finanziere N.D.E. si ritrova sposato con una donna più giovane di lui di 41 anni che ha conosciuto in un’agenzia immobiliare mentre vendeva la sua abitazione e della quale sapeva solo il nome, neppure il cognome, tanto perché in futuro la rivedrà in ospizio qualche volta. In Comune quel giorno la donna, T.C, oggi 55 anni, si porta due amiche di Torricella Peligna (Ch) come testimone di nozze e sposa a sua insaputa il vecchietto, già vedovo, che ora a 96 anni, dopo ardita battaglia, si è visto sciogliere il matrimonio ingannevole, visto che non ha mai consumato carnalmente quell’unione, né coabitato o convissuto con la consorte. La sentenza di scioglimento del matrimonio è stata emessa dal Tribunale collegiale civile di Lanciano e trasmesso all’ufficio di Stato civile del Comune di Lanciano.
Dopo aver perso la moglie l’anziano, nel 2007, decide di andare a vivere in una casa di riposo di Lanciano e lì farsi curare e coccolare. Tra i vari testimoni del processo civile c’è anche un impresario di pompe funebri che ai giudici riferisce che l’allora moglie del pensionato gli aveva pure preparato il funerale con tanto di cassa zincata di colore grigio, arredi funerari vari e il necrologio dove, però, l’annuncio della dipartita dell’uomo, che è ancora vivo e vegeto, lo avrebbero dato le due figlie, nipoti e parenti, tranne che lei, la consorte.
Il Tribunale civile collegiale, presidente Cleonice Cordisco, giudice estensore Giovanni Nappi, a latere Marina Valente, oltre ad annullare le nozze ha condannato la donna a 4.355 euro di spese di giudizio che non avrà nessun assegno divorzile. Lei ha sempre respinto le accuse. Un divorzio immediato, con norma speciale, perché il matrimonio non è stato consumato entro un anno, bypassando la tradizionale separazione. “Giustizia è fatta”, commenta l’avvocato Andrea Cerrone che ha tutelato gli interessi dell’anziano. Il legale poi spiega “Resto ammirato dal mio cliente che, ingiuriato nel corpo dall’età e psicologicamente devastato dal caso, ha perorato in Tribunale la sua causa. La legge italiana, invero, consente ancora di ottenere il divorzio, al di fuori della procedura standard, se vi è prova che il matrimonio non è stato consumato. Prova ritenuta raggiunta dal Tribunale di Lanciano che, su tale base, ha dichiarato lo scioglimento del matrimonio e condannato la donna a rifondere le spese del giudizio. Nel corso del processo è emerso, tra le altre cose, che la donna si era premurata di organizzare il funerale dell’anziano marito, facendo comporre un necrologio ove però, tra i parenti addolorati, non figurava la moglie. Figuravano solo le figlie dell’uomo, i nipoti e i generi. Se infatti la donna si fosse fatta menzionare, tutti avrebbero scoperto quel che non si sarebbe dovuto sapere, al momento del decesso dell’uomo. Peraltro l’anziano ha sorpreso tutti, posto che a giorni spegnerà la sua novantaseiesima candelina. Vorrei inoltre sottolineare che il mio cliente, militare in pensione, decidendo di intraprendere questo non facile giudizio si è ancora una volta reso utile al Paese che ha servito per tanti anni. Nessuna utilità pratica, invero, egli otterrà da questo pronunciamento, ma la sentenza ha sbarrato la strada alla pensione di reversibilità per la moglie. Pensione di cui, diversamente avrebbero dovuto farsi carico tutti i contribuenti. Siano vigili i congiunti degli anziani e non si lascino travolgere dai pregiudizi. Facciano attenzione, quando persone estranee si interessano agli anziani pur senza avere con costoro un qualche collegamento. Ciò indipendentemente dalla loro cittadinanza, provenienza o appartenenza etnica: i protagonisti di questa triste vicenda sono tutti rigorosamente italiani”.
18 ottobre 2018
Walter Berghella
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