Nell'estate 2016, all'apertura del Centro migranti di contrada Villa Elce a Lanciano (Ch), l'edificio che ha ospitato per tre anni e fino ad oggi il Cas (Centro di accoglienza straordinaria) è stato sottoposto ad una serie di controlli.
C'erano inconguenze e la società proprietaria dello stabile, l'Oasis Sas di Vasto (Ch), ha dovuto effettuare una serie di interventi edilizi per adeguare la palazzina alle norme vigenti a livello urbanistico, ignienico-sanitario e dal punto di vista dell'alimentazione. "I lavori - fa presente oggi la società - sono stati eseguiti secondo prescrizioni e indicazioni, di Asl e Comune. Quindi la palazzina è in regola da allora". Realizzate le modifiche, strutturalmente, il complesso risultava idoneo: altezze ed ampiezze, tutto a posto, anche per la Asl di Lanciano Vasto Chieti. Dopo tre anni la stessa Asl, dopo un'ispezione, afferma il contrario e le conseguenze sono che il Centro è in via di smantellamento.
L'Oasis Sas è sconcertata per quanto avvenuto in questi giorni. Appunto, nuovi controlli da parte della Asl che rileva difformità. "Ma se era tutto a posto allora, e lo dimostrano anche i certificati, - è la domanda - come può non esserlo adesso? Qui non è cambiato nulla. Non capiamo quale sia il problema. Tra l'altro - evidenzia - la relazione della Asl non è neppure ancora approdata in Prefettura a Chieti". Intanto però è scattata la chiusura del Centro e per i 15 ospiti, ragazzi africani e asiatici, è iniziato il trasferimento in Cas e Sprar della zona: Vasto, Atessa e Torino di Sangro (Ch). Questione ingarbugliata e poco chiara. "Intanto però - è il commento di molti - quei giovani, trattati come pacchi, sono stati obbligati a traslocare. Sono stati strappati da una realtà in cui erano perfettamente integrati".
Sulla vicenda, con una nota polemica, interviene anche la locale sezione di Fratelli d'Italia di Atessa, che tramite il suo portavoce, Maurizio Falcone, dice: "Chiediamo alle autorità competenti di impedire questo nuovo arrivo (ad Atessa, ndr). L'idea di avere altri extracomunitari nella nostra città con due euro e cinquanta in tasca e senza prospettive di futuro ci preoccupa e non poco".