"Per ribadire che una città, già medaglia d'oro per il suo contributo alla #Resistenza e città degli eroi ottobrini, costruisce ponti e scavalca frontiere, non si piega a chi oggi diffonde una politica di odio e di discriminazione, a chi vuole tingere il Mediterraneo col sangue dei migranti!" Queste le ragioni dell'installazione spuntata, alle prime luci del giorno, a Lanciano (Ch), ai piedi del monumento agli Eroi ottobrini, in piazza Martiri Lancianesi. Tante mani, alte circa 25 centimetri, che sembrano sbucare fuori dalla terra. O che, inghiottite dal mare, paiono chiedere aiuto, per non affogare. L'opera, che porta la firma del Laboratorio sociale Largo Tappia, è stata rimossa da vigili urbani e polizia, intervenuti sul posto.
L'iniziativa, di #ArteResistente, è nata con l'intenzione anche di chiedere all’amministrazione comunale di centrosinistra l’applicazione - come viene spiegato - "della delibera antifascista approvata da anno". Sul posto anche la poesia "Se questo è un uomo", del 1947, di Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz. Un capolavoro letterario, forte e tragica testimonianza della sua drammatica esperienza nei campi di sterminio nazisti. "Voi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case,/ voi che trovate tornando a sera/ il cibo caldo e visi amici:/
Considerate se questo è un uomo/ che lavora nel fango/ che non conosce pace/ che lotta per mezzo pane/ che muore per un sì o per un no./ Considerate se questa è una donna,/ senza capelli e senza nome/ senza più forza di ricordare/ vuoti gli occhi e freddo il grembo/ come una rana d'inverno./ Meditate che questo è stato:/ vi comando queste parole./ Scolpitele nel vostro cuore/ stando in casa andando per via,/ coricandovi, alzandovi./ Ripetetele ai vostri figli. /O vi si sfaccia la casa,/ la malattia vi impedisca, /i vostri nati torcano il viso da voi.
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