La A24 e A25 e lo 'scippo' 'non scippo' di fondi del governo gialloverde all'Abruzzo... Ma arriva la 'pezza'...
Una settimana, quasi due, con piena... guerra...  Con il Governo regionale targato Pd che in Abruzzo si è detto pronto a scendere in piazza e ad innescare una raffica di contenziosi contro quello definito "uno scippo" del Governo nazionale gialloverde.
Il tema, caldo, esploso all'improvviso, è sulla sicurezza delle infrastrutture autostradali e la conseguente ricerca di fondi a seguito del crollo del viadotto Morandi di Genova. A tal proposito, l'esecutivo nazionale, ha redatto il cosiddetto Decreto Genova finanziando all'inizio, come si evince dall'articolo 16, gli interventi di messa in sicurezza delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25 attraverso un significativo taglio al Masterplan. E qui accuse al vetriolo.

COME COMINCIA
In sostanza, contesta subito il Pd, si vogliono finanziare interventi per la messa in sicurezza dei viadotti a rischio dell'Autostrada dei Parchi con i fondi a pioggia decisi dall'ultimo governo di centrosinistra, grazie ai quali circa 250 enti, tra Comuni e Province abruzzesi, hanno già avviato progettazioni e stanno per aprire i cantieri. Progetti che riguardano la riqualificazione di centri storici e antichi palazzi; la messa in sicurezza di strade franate, realizzazione di infrastrutture come la Fondovalle Sangro, o potenziamenti dei porti di Pescara e Ortona; ma anche la creazione di una funivia a Chieti, dove era previsto anche il finanziamento dell'ex caserma Bucciante; e infine il recupero dell'ex manicomio di Teramo insieme ai fondi per lo Zooprofilattico.
Una sforbiciata che avrebbe lasciato il 40 per cento di questi progetti solo sulla carta, con una rimodulazione di circa 200 milioni per l' Abruzzo e 50 milioni per il Lazio.  

Da qui il via al rimpallo di responsabilità tra il governo regionale e quello nazionale: il primo annuncia ricorsi e continua a parlare di un "furto"; il secondo attraverso una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), a guida di Danilo Toninelli, sottolinea come "prima di parlare di 'scippo' e stracciarsi le vesti, in Regione Abruzzo dovrebbero rileggersi la loro delibera di appena tre mesi fa in cui si consentiva al Mit di avvalersi, per la messa in sicurezza antisismica delle autostrade A24-A25, in via anticipata, di fondi Fsc "assegnati - recita letteralmente l'atto - e non trasferiti in favore della Regione Abruzzo e che non possono essere oggetto di copertura di Sal entro il 31 dicembre 2018, perché non riferibili a procedure contrattuali esecutive o in esercizio". 

L'ira cresce. La mobilitazione della Regione a guida centrosinistra resta molto forte, tanto che il presidente vicario, Giovanni Lolli, invita i parlamentari abruzzesi ad impegnarsi alla cancellazione "in sede di conversione in legge delle due righe del decreto Genova in cui si scippano fondi alla nostra regione per un intervento su una opera dello Stato per la quale deve pagare il ministero per le Infrastrutture e Trasporti". 

"Se il Governo nelle prossime ore non rimedierà a questo errore - ribadisce a più riprese Lolli -, l'Abruzzo, con tutte le sue articolazioni e le sue espressioni, scenderà in campo per far sentire forte la sua opposizione a questo vero e proprio tentativo di scippo". 
Il punto della situazione su una vicenda che da giorni provoca polemiche, anche a livello nazionale, viene fatto in una conferenza stampa, all’Aquila, tenuta dallo stesso Lolli; dal presidente del Consiglio diagonale, Giuseppe Di Pangrazio, e dal direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera.
I tre, esibendo un vero e proprio dossier, ribadiscono con forza che "la Regione non ha autorizzato il Governo a sottrarre i 200 milioni dal fondo di sviluppo e coesione, di 753 milioni di euro, assegnati all’Abruzzo, ma ha dato disponibilità a prelevare in prestito 45,7  milioni di euro, da restituire a breve e con un impegno ufficiale, dal Piano operativo infrastrutture Mit, pari a 11,5 miliardi di euro, dal quale alla nostra regione sono stati riconosciuti circa 400 milioni di euro”. 
"Ma sia chiara una cosa - tuona Lolli -: non si possono prelevare con la promessa non scritta di restituzione in cinque anni fondi già impegnati per opere vitali e non rinviabili, tra cui la messa in sicurezza di strade, per il dissesto idrogeologico e per la depurazione, per un intervento, sia pure importante, per le autostrade che sono di proprietà dello Stato. Perché non si prendono dal fondo nazionale a disposizione del Mit? C’è qualcosa dietro?” 
"Siamo ponti a fare la nostra parte per la sicurezza di arterie abruzzesi, infatti, abbiamo concesso l’utilizzo di circa 46 milioni di euro dal piano operativo del Mit ma non molliamo sul Masterplan, si deve immediatamente correggere il decreto Genova". 

COME FINISCE
Come annunciato dalla candidata governatrice dei 5 Stelle, Sara Marcozzi, nel corso dell’incontro con amministratori e soggetti attuatori del Masterplan, il M5s, sull'anticipazione delle risorse, presenta emendamenti correttivi al decreto Genova, la cui discussione è incardinata in Commissione, alla Camera. Nel testo originario il prelievo era previsto sui fondi del Masterplan destinati all’Abruzzo. I correttivi apportati, però,  non risolvono definitivamente la questione, come sostengono i deputati del Pd Stefania Pezzopane e Camillo D’Alessandro.

"Il Partito democratico aveva ragione – tuona Pezzopane -. Quello del ministro Toninelli era un vero e proprio scippo ai danni degli abruzzesi. L’ammissione di colpa e responsabilità è arrivata dagli stessi relatori di maggioranza al Decreto Genova, che hanno presentato un emendamento che toglie il riferimento alle delibere Cipe ed ai fondi assegnati all’Abruzzo riguardo ai 200 milioni destinati ad Autostrade per le opere antisismiche delle A24 e A25. Un errore palese che M5s e Lega hanno cercato di nascondere per dieci giorni scaricando fake news e troll contro i loro avversari politici. Finalmente - aggiunge Pezzopane - si emendano da soli, ammettendo che devono riparare il danno fatto. Ora l’emendamento indica come fonti delle risorse i fondi del Mit, con il piano operativo nazionale, e i Patti per lo sviluppo; mantiene ancora il riferimento alle risorse destinate a Abruzzo e Lazio assegnando al Cipe le decisioni. Insomma, correggono l’errore, restituiscono il maltolto, ma si tengono ancora la possibilità di prenderli all’Abruzzo".

"La pezza rischia essere peggio del buco, - afferma invece D'Alessandro -  ma perché continuare a fare cassa con gli abruzzesi? Il rischio è di passare dal furto al furto con scasso. L’emendamento proposto dal Governo elimina il richiamo alla delibera Cipe 26/2016 che finanzia il Masterplan della regione Abruzzo, ma mantiene il riferimento all’Abruzzo ed al Lazio nell’ambito però del complessivo Fondo per lo sviluppo e la coesione, demandando al Cipe la conseguente rimodulazione. Tuttavia, tale fondo finanzia sia il programma regionale che quello nazionale. Il Governo dunque ha deciso di non decidere rimettendo la scelta in capo al Cipe. Dobbiamo dunque mantenere alta la guardia. I fondi del Masterplan non si toccano".  
17 ottobre 2018

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