Atessa. I sindaci all'assessore Pepe: 'Cinghiali? Introdurre la caccia... in braccata'
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"Ad oggi, nonostante gli sforzi profusi da enti ed istituzioni che si occupano di arginare il fenomeno dell’aumento esagerato del numero dei cinghiali, i risultati ottenuti sono insoddisfacenti ed incongrui rispetto alle esigenze del nostro territorio". Per ciò decine di sindaci dell'area del Sangro-Aventino e della zona frentana, quelli che fanno parte del Comitato per la tutela e la Valorizzazione dell'ambiente, incontrano, in municipio, ad Atessa (Ch), l'assessore regionale all'Agricoltura Dino Pepe, supportato dal funzionario dell'Ufficio caccia Giovanni Castiglione, e il comandante della Polizia provinciale di Chieti, Antonio Miri. Avrebbero dovuto esserci anche i rappresentanti dell'Ispra, ma non si sono presentati: assenza che fa... imbestialire più di qualche primo cittadino. Gli amministratori comunali, dopo un dibattito a tratti anche acceso, presentano alla Regione una proposta in cui, "considerati i gravi danni all'agricoltura" e i "numerosi incidenti stradali" causati dagli ungulati e "tenuto conto dell’effettiva urgenza di implementare il numero degli abbattimenti al fine di ridurre drasticamente, in Abruzzo, la popolazione dei cinghiali", chiedono "l’immediata modifica del Piano di controllo della specie (Decreto di giunta regionale numero 185 del 29/03/2018), con l’introduzione della modalità di contenimento in "braccata" e l’istituzione di un tavolo tecnico per stabilire i vari criteri di applicazione della suddetta modalità". La braccata dovrebbe essere autorizzata per almeno 5 mesi all'anno, contro i tre attuali.
Ad aprire gli interventi il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che spiega come i metodi attuali di riduzione di questa prolifica specie nella nostra regione siano inadeguati. E così le coltivazioni agricole vengono devastate e i cittadini sono spesso spaventati dalle incursioni di questi animali. "A Castiglione Messer Marino - dice Borrelli - i cinghiali si sono infilati persino nel parco giochi. E, ad Atessa, poche sere fa, sono stati avvistati a ridosso del centro storico. In Toscana - evidenzia -, dove pure c'è emergenza, è stato introdotto il metodo della braccata, con la presenza di  squadre con circa 10 cani e 60 cacciatori. Potremmo fare lo stesso". L'assessore Pepe: "In questi anni - spiega - sono stati tanti gli strumenti messi in campo dalla Regione per contrastare il fenomeno: dalla delibera sul controllo, alla selezione , all'azzeramento della tassa sulla trichinella, all'attivazione del nuovo Piano faunistico venatorio che non c'era da oltre 25 anni. Misure che si sono comunque rivelate insufficienti, perché i cinghiali sono presenti ovunque in maniera massiccia. E' un problema nazionale, saltato fuori durante l'ultimo incontro con il ministro dell'Agricoltura, al quale tutte le Regioni hanno chiesto la revisione della legge 157, che governa il settore caccia dal 1992, e della legge 394 sulle aree protette e sui parchi. Abbiamo sollecitato maggiore autonomia per le Regioni. In Abruzzo - rileva ancora - abbiamo già introdotto la braccata, a salvaguardia di determinate colture - ossia mais, favino, e girasoli -; abbiamo messo a disposizione recinzioni per piccole colture, come lo zafferano, ad esempio; ci sono risorse per le colture danneggiate. Va poi ricordato anche che il 40 per cento del territorio è area protetta e in quei luoghi non è facile intervenire, anche perché non di nostra competenza. Nella nostra regione - dichiara - sono attivi 10mila cacciatori e per l'80 per cento sono cinghialai, più o meno sempre operativi. Per questo problema solo loro ci possono aiutare". Ogni anno sono complessivamente circa 10mila i cinghiali uccisi. 
Il comandante Miri, nel ribadire il lavoro svolto in quest'ambito con scarsi uomini e pochi mezzi, spiega che ci sono tre tipi di caccia al cinghiale: in braccata; di selezione ed è affidata alle Atc e di selecontrollo. "Grazie al selecontrollo e alla selezione nel 2018 sono stati già abbattuti 2.260 capi in provincia di Chieti. Dal 2016 le cifre legate agli abbattimenti sono in crescita costante. In un'operazione notturna in Val di Sangro - aggiunge - abbiamo trovato un pezzo di recinzione dell'autostrada A14 tranciata. Gli animali avevano creato un corridoio, un pericoloso passaggio, che abbiamo immediatamente rimosso, con le riparazioni". 
Mario Troilo, veterinario e sindaco di Archi (Ch), rammenta che la battaglia dei sindaci per quest'emergenza va avanti da due-tre anni. "Abbiamo presentato, in Prefettura a Chieti, un documento alla Regione, invocando la modifica del Regolamento della caccia, ma siamo rimasti inascoltati. I cinghiali - evidenzia - sono portatori di zoonosi, cioè di malattie trasmissibili all'uomo, come la lectospira e la trichinella...". Domenico Giangiordano, in prima linea da tempo contro i cinghiali e le loro scorrerie, ricorda le ordinanze di abbattimento emesse, provocatoriamente, circa tre anni fa da alcuni sindaci, Ordinanze che scatenarono l'ira del prefetto di Chieti, Antonio Corona, che le bloccò. "Siamo tutti stufi - fa presente -. Le famiglie, da noi, hanno dovuto persino rinunciare a farsi un piccolo orto, con pomodori e peperoni...". Dalle distese di grano a quelle di mais: i cinghiali le cancellano. "E vogliamo parlare dei tartufi? Sono una nostra ricchezza, ora a rischio... - sostiene Maurizio Bucci, sindaco di Gamberale -. Sulle montagne hanno già fatto terra bruciata. Per questo sono scesi a valle". Castiglione, funzionario di settore regionale, afferma che occorre "un progetto strategico, non uno spot... I risultati, dopo i tanti provvedimenti attuati, in realtà sono positivi: -17 per cento di richiesta risarcimento danni; -37 per cento di fondi erogati per danni: -37 per cento di incidenti stradali...". Cifre contestate dai presenti e in particolar modo da Davide Caporale, assessore all'Ambiente del Comune di Lanciano ed assicuratore, che rimarca come le "polizze per sinistri da fauna selvatica sono cresciute del 20-25 per cento. Non si fa l'assicurazione per furto ed incendio, ma per gli animali selvatici sì...", conclude. Nicola Scaricaciottoli, sindaco di Paglieta, dice che nell'ultimo mese nel suo comune ci sono stati "8 abbattimenti di cinghiali da autoveicoli. Un record...". In Abruzzo, viene anche ricordato, a causa dei cinghiali, ci sono stati 3 morti sulle strade. Gianni Bellisario, sindaco di Perano: "Se gestissimo questo problema come l'ha finora gestito la regione - tuona - prenderemmo un sacco di botte dai cittadini, che sono esasperati. Basta con l'ambientalismo integralista; bisogna poter garantire condizioni minime di sicurezza e di lavoro". Gianni Di Rito, sindaco di Rocca San Giovanni: "Qui la questione è sociale... E di fatto, attualmente, sulle spiagge della splendida Costa dei trabocchi, i turisti rischiano di stare sotto l'ombrellone assieme ai cinghiali... Di farsi una nuotata con loro. O prendere la tintarella a fianco ad essi...". 
In sintesi... Presto sarà costituito un tavolo in Regione per affrontare la questione... "E speriamo sia la volta buona", sbotta il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli. "Doppiette sempre...", urla un agricoltore esasperato.
04 settembre 2018
 
Serena Giannico
 
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