Lanciano. Lega a pezzi tra fuoriusciti e accuse di tradimento ... C'eravamo tanto amati...

Lega nel caos. "C'eravamo tanto amati" (di Ettore Scola del '74) oppure "Amarcord" (regia di Federico Fellini, 1973) o anche "Come eravamo" (Sydney Pollack, '73)....: si possono usare i titoli di tanti film di successo per raccontare la situazioine attuale in provincia di Chieti.

Eh sì. Tra comunicati e rimpalli di responsabilità si consuma in questi giorni la parabola, discendente, del partito di Salvini in provincia di Chieti. Tensioni, malumori, ripicche, allontanamenti sono iniziati da diversi mesi e ora a Lanciano (Ch) ecco un duro strappo. In una nota arrivata ieri a tarda sera quattro consiglieri comunali Dalila Di Loreto, Giuseppe Luciani, Michele La Scala e Danilo Ranieri, quest'ultimo assessore e vice sindaco, hanno ufficializzato l'uscita dal partito e la costituzione del Gruppo Misto, ribadendo però continuità all'azione amministrativa al fianco del sindaco Filippo Paolini e nel centrodestra. Non un cambio di casacca (pratica piuttosto diffusa) ma una scelta maturata alla luce di decisioni e manovre da parte della segreteria provinciale "non più condivise e compatibili con il percorso iniziato cinque anni fa".

Si ricorda ancora la folla straripante nella sala del cinema "Maestoso", nel 2019, per l'arrivo di Matteo Salvini, quando la Lega conseguì un risultato straordinario, oltre il 27 per cento, acclamato primo partito della coalizione di centrodestra. Di quel momento, di quella insperata e inseguita vittoria, restano, insieme alle foto ricordo, brandelli e delusioni, amarezze e sconfitte e soprattutto un calo consistente di consensi.

Dei 10 consiglieri regionali, molti sono passati, armi e bagagli, ad altre forze politiche: il pieno lo ha fatto Fratelli d'Italia, ma anche Forza Italia ha allargato le sue fila. I transfughi dunque non sono pochi al di là dell'affannosa ricerca di spiegazioni credibili e di comunicati stampa. L'ultimo, in ordine di tempo, è del segretario della Provincia di Chieti, Maurizio Bucci, che, rivolgendosi ai fuoriusciti di Lanciano, parla di “brutta pagina politica” sottolineando come i quattro consiglieri erano già in odore di espulsione”. Per Bucci, che usa parole pesanti quali “tradimento”, sarebbe stata una mossa, un'azione calcolata e studiata sotto la regia dell'assessore regionale Nicola Campitelli. “Anticipando l'uscita ci hanno evitato lungaggini burocratiche – scrive Bucci – , la nostra azione continua insieme al sindaco Paolini con un lavoro attento per la città. Il commissario e assessore Cinzia Amoroso con la capogruppo Paola Memmo stanno guidando il partito con coerenza e nel rispetto degli elettori e nelle ultime settimane abbiamo registrato 50 iscritti in più”.

Per la consigliera comunale Di Loreto, il commissario provinciale "prima di rilasciare dichiarazioni avrebbe dovuto leggere attentamente lo statuto del partito" e avrebbe dovuto riflettere prima di parlare di espulsione, perché "non ci sono motivazioni a sostegno di un simile provvedimento – afferma Di Loreto che si fa portavoce anche degli altri tre consiglieri –. Non c'è nessun tradimento, nessun calcolo, nessuna pianificazione da parte nostra, le accuse che ci vengono rivolte sono ridicole. La nostra è stata scelta inevitabile, proprio per continuare a lavorare con serietà e lealtà. Ma quando cambiano i presupposti e i valori, non resta che andare via per non venire meno al patto fatto con gli elettori. In questi casi non serve puntare il dito, sarebbe più costruttivo chiedersi perché si verificano queste situazioni e provare a confrontarsi. Il rispetto per gli altri è per me prioritario e sono convinta dell'importanza del dialogo, diventato inesistente e confuso all'interno del partito. Mentre un dato è certo così come le responsabilità per aver portato la Lega al 12 per cento. Proseguiremo la nostra attività all'interno della maggioranza e sono certa che i nostri elettori comprenderanno la decisione presa". 17 ott. 2023

PINA DE FELICE

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