E' stato rinviato all'11 gennaio 2017 il processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila, che si è aperto oggi, relativo alla mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara). Il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, d'intesa con le parti, ha fissato un fitto calendario di udienze a gennaio. L'11 sarà la volta delle requisitorie dei due procuratori generali Romolo Como e Domenico Castellani. La sentenza è prevista il 31 gennaio. Oggi, dopo una breve camera di consiglio, il collegio giudicante della corte d'assise d'Appello, presieduto dal giudice Aldo Manfredi, ha respinto l'istanza di uno degli avvocati difensori, Tullio Padovani, che in avvio della prima udienza aveva chiesto la sospensione del processo in attesa che si esprima la Corte costituzionale - data prevista il 7 febbraio 2017 - sulla legittimità della cosiddetta 'legge Cirielli', che ha ampliato i termini di prescrizione del reato di disastro colposo da 7 anni e 6 mesi a 15 anni.

Il rinvio del procedimento a L'Aquila è stato disposto lo scorso marzo dalla Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d'Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto. L'esito di questa sentenza ha provocato alcune inchieste giornalistiche che hanno prodotto indagini da parte della Procura di Campobasso nei confronti del giudice Camillo Romandini, presidente del Collegio in Assise, per presunte pressioni sui giudici popolari. A seguito dell'indagine il ministero della Giustizia ha aperto un provvedimento disciplinare nei confronti del giudice, mentre la Procura di Corte di Cassazione sta riesaminando il caso. 

L'indagine della Procura di Pescara sulla megadiscarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte della Forestale di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un'area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino (Pescara). L'area, definita subito come la più grande discarica inquinata d'Europa, viene posta sotto sequestro. Dagli anni '60 agli anni '90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti. 19 dicembre 2016


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