Il Forum H2o, attraverso il suo esponente Augusto De Sanctis, lancia un duro attacco sull’operato dei commissari Marco Corsini e Pierluigi Caputi, che stanno gestendo i lavori riguardanti l’acquifero nel traforo del Gran Sasso. Per evidenziare le numerose criticità sulla risorsa idrica, su cosa sta avvenendo e cosa, forse, accadrà per realizzare gli interventi previsti entro il 2025 (importo di 135 milioni di euro), De Sanctis, con tanto di documenti inediti, ha tenuto un incontro pubblico giorni fa nella sede di Teramo Nostra.
“La questione Gran Sasso sta diventando sempre più grave. Bisogna da un lato fare senz’altro dei lavori di messa in sicurezza dell’acquifero e anche per quanto riguarda il sistema autostradale, ma dall’altro non si può pensare di continuare a perforare una montagna molto vulnerabile, in un sistema che fa parte d'un Parco nazionale, dove ogni volta che si tocca qualcosa poi c’è anche un impatto sull’acqua potabile". Come è successo nelle scorse settimane, quando, a tre giorni dall'inizio delle indagini propedeutiche ai lavori di messa in sicurezza del traforo e del sistema idrico del Gran Sasso, la ditta incaricata, la Italferr, ha restituito l'area di cantiere, dopo la segnalazione da parte dell'ente gestore delle reti idriche, la Ruzzo, di un "rilevante innalzamento del valore di torbidità delle acque all'interno della galleria destra", che ha poi portato alla richiesta di interruzione di tutte le attività.
Secondo Italferr, "al fine di poter avere maggiori elementi per valutare il rilevante innalzamento del valore di torbidità delle acque", "e poterne quindi valutare la compatibilità con le assunzioni alla base del progetto delle indagini geognostiche e del correlato programma delle attività, si rende necessario acquisire i valori risultanti dalle misurazioni effettuate negli ultimi cinque anni, unitamente alla indicazione degli eventi/accadimenti, laddove eventualmente individuati, cui siano stati causalmente ricondotti gli eventuali precedenti innalzamenti dei valori in questione".
Quindi i lavori dovranno essere fatti con molta attenzione verso l’ambiente.
"Per queste ragioni - rimarca il Forum - stupisce l’approccio dei commissari Corsini e Caputi nel pensare a nuove perforazioni (ne sono previste 21), e a profondità che variano dai 30 ai 350 metri, con drenaggi e captazioni, che sicuramente sono insostenibili. Il sistema Gran Sasso soffre per l'eccesso di interventismo, che ha portato a progetti ingegneristici pesantissimi che hanno alterato pesantemente e in maniera insostenibile il contesto ambientale - ricorda l’esponente del Forum H2O -. Stiamo parlando di un sito di interesse europeo, dove si dovrebbe fare tesoro di come non trattare un patrimonio così importante. La progettazione di qualsiasi intervento necessario per porre rimedio agli errori del passato, non può che prendere atto che un sistema così vulnerabile e delicato non può certo sopportare altre iniziative aggressive. E' necessario avere un bilanciamento di diritti e doveri connessi ai diversi usi: acquedotto, ricerca nei Laboratori di fisica n nucleare e autostrade A24-A25. La messa in sicurezza, ad esempio, non può prescindere dalle ricerche che vengono condotte nei laboratori dell'Infn. Ci sono in programma esperimenti con sostanze pericolose. Uno in particolare prevede l’uso di 1.000 tonnellate di nafta e un eventuale incidente all’interno della montagna causerà una carenza idrica che riguarderà 500 mila persone, sia a L’Aquila, che a Teramo".
"Ad agosto sollevammo per primi la questione delle perforazioni volute dal commissario Caputi, contestando nel merito l'iniziativa. Ora è necessario fare il punto sull'altro progetto, quello proposto dal secondo commissario che opera sul Gran Sasso, Corsini, visto il tipo di lavorazioni previste, l'importo di 135 milioni di euro e la scadenza per realizzare gli interventi, il quarto trimestre 2025. La conferenza dei servizi è stata aperta a giugno scorso, il parco del Gran Sasso a settembre ha evidenziato palesi interferenze con l'acquifero, ponendo alcuni paletti. In queste ore stiamo notificando un nostro duro intervento sollevando gravissime criticità anche rispetto al potenziale impatto futuro sul sistema di gestione delle acque potabili”.
Una stoccata De Sanctis la dà anche al presidente della Regione, Marco Marsilio: "Afferma che l’acqua del Gran Sasso è la migliore in Italia ma poi aggiunge che ci saranno nuovi potabilizzatori sia durante la fase dei lavori perché ci potrebbero essere dei problemi sulla qualità dell’acqua e uno che verrà sistemato in prossimità del lago di Campotosto, che avrà il compito di assicurare rifornimento idrico nell’aquilano (portata, 200 litri secondo). Così, anziché quella pregiata del Gran Sasso, gli aquilani berranno acqua di lago".
Sulla questione interviene anche la consigliere regionale Carla Mannetti (Lega Abruzzo), che rilancia la proposta avanzata nel corso dei lavori della Commissione consiliare di Vigilanza “di una authority nazionale e, quindi, un unico soggetto che si occupi di tutte le questioni, dai lavori, all'acqua, alla viabilità, che riguardano il Gran Sasso. Avere un unico soggetto anziché tanti, fra enti, società e commissari, come accade attualmente, comporterebbe di sicuro una migliore e più completa gestione e anche una velocizzazione a livello burocratico. Per l'Abruzzo – sottolinea la consigliera – il Gran Sasso rappresenta una importantissima risorsa sotto vari punti di vista. Soprattutto, in questo momento, però i problemi sono tanti, e come Regione, stiamo cercando di affrontarli. E ciò sta avvenendo sia in Commissione Territorio che in Commissione Vigilanza. Quello che sta via via emergendo, nel corso delle sedute, è che ci sono troppi soggetti coinvolti. Attorno al Gran Sasso, che sta a cuore a tutti, ruota infatti tutto un sistema istituzionale che anziché facilitare la risoluzione delle difficoltà che ci sono rischia di complicarle ancora di più". 07 nov. 2024
FILIPPO MARFISI
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