Il progetto “Pizzone II” di Enel Produzione, una centrale di produzione e pompaggio tra l'Abruzzo, in particolare Alfedena (Aq) ed il Molise, non deve essere realizzato. Lo ribadisce la Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa), che fa sue le motivazioni tecniche e scientifiche già evidenziate dall'Ente Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise contro la nuova centrale.
L’ente Parco, guidato da Giovanni Cannata, ha espresso un parere inequivocabilmente negativo, motivato da preoccupazioni legate agli impatti devastanti che l’opera avrebbe sulla biodiversità locale. Danni ambientali irreversibili in area protetta dove vivono l’orso marsicano e il camoscio appenninico, così come gli habitat di valore comunitario. Secondo il Pnalm, la centrale proposta costituirebbe una fonte di disturbo diretto per queste specie, "compromettendo le dinamiche ecologiche a lungo termine e la loro persistenza".
“Un progetto da 600 milioni di euro per la realizzazione della centrale, tra gli invasi della Montagna Spaccata in Abruzzo e di Castel San Vincenzo in Molise, ai sensi della Corte di Giustizia Europea, non rientra tra quelli considerati come energie rinnovabili", afferma la Soa. E' stato oggetto, tra l’altro, di una vera e propria sollevazione popolare con dure prese di posizione da parte dellamaggior parte dei comuni interessati. Il progetto, oltre "alla distruzione totale di boschi, prevede l'apertura di otto cantieri e l'uso di esplosivi per una enorme galleria da realizzare in cinque anni di lavori con imprevedibili conseguenze anche alle falde acquifere, proprio in un momento in cui tutta la regione soffre per una diffusa crisi idrica".
“Il tutto giustificato da discutibilissime relazioni tecniche, frutto di analisi superficiali ed incomplete, perfino l’analisi delle conseguenze sull’avifauna sono talmente carenti e superficiali - afferma la Soa, intervenuta “ad adiuvandum” rispetto a quanto scritto dall’Ente Parco e inviando proprie ulteriori osservazioni al competente Ministero -. Il vantaggio per questa opera ciclopica è solo per gli azionisti di Enel visto che servirebbe solo ad ottenere maggiori ricavi alla società derivanti dal fatto che l’acqua verrebbe pompata nell’invaso a monte con un enorme dispendio energetico nelle ore in cui si abbassa il prezzo di vendita del Kwh, per essere mandata alle turbine nei momenti in cui lo stesso aumenta. Peraltro - conclude la Soa - la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza 2 marzo 2017 n. C-4/16) è intervenuta in materia di energia da fonti rinnovabili, stabilendo che debba essere considerata tale ogni energia idraulica, con l’unica eccezione dell’elettricità prodotta in centrali di pompaggio che utilizzano acqua precedentemente pompata a monte". 7 nov. 2024
FILIPPO MARFISI
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