Piano regionale dei rifiuti modificato e peggiorato dagli amministratori regionali a scapito dei cittadini. La denuncia arriva dal movimento Nuovo Senso Civico. I cambiamenti riguardano le distanze di sicurezza, che sono state enormemente ridotte, più che dimezzate, degli impianti di trattamento dei rifiuti da edifici pubblici, come scuole ed ospedali, le cosiddette "funzioni sensibili". "Tutto questo - commenta Nuovo Senso Civico - con buona pace della salute e del benessere degli abruzzesi. Si tratta di una modifica intervenuta nel silenzio più totale. Basti dire che nel corso del Consiglio regionale del 2 luglio scorso è stato approvato "fuori sacco" un provvedimento della giunta regionale adottato, ufficialmente, per superare le censure mosse al Piano regionale dei rifiuti che, come noto, è stato impugnato dal Governo Gentiloni davanti alla Corte Costituzionale. Peccato - viene fatto presente - che più che superare le criticità, i provvedimenti di recente adozione, in sordina e senza clamori, hanno modificato quanto di buono contenuto nel Piano". Leggendo i documenti, "si scopre, infatti, che “Distanze dai punti sensibili” non sono più le stesse. Risultano diverse da quelle contenute ed approvate con la Legge regionale 5 del 2018, cioè il Piano rifiuti. Ad esempio, se una discarica destinata a rifiuti contiene amianto, secondo la precedente tabella doveva essere collocata a non meno di 2.000 metri adesso saranno sufficienti 1.000 metri dai luoghi definiti "funzioni sensibili”. Per gli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali basterà una distanza di 1.000 e non 2.000 metri. Per gli impianti di condizionamento di fanghi dai 1.500 metri si passa a 500. Tradotto sul piano pratico per la Regione Abruzzo la salute ed il benessere dei cittadini non sono beni prioritari".
"Forse - dice Nuovo Senso Civico - tutto questo spiega alcune vicende. Per mesi abbiamo chiesto alla Regione, nel corso di diverse procedure autorizzative, di rigettare alcune iniziative perché non compatibili con i criteri localizzativi indicati nella Legge regionale 5/2018. Richieste sempre disattese dai funzionari, come nel caso della discarica per materiali contenenti amianto proposta sul territorio di Rocca San Giovanni (Ch). Ma non solo. Qualche mese fa - aggiunge - una società ha presentato alla Regione una istanza di sospensione dell'iter approvativo, relativo ad un progetto di trattamento di rifiuti, perché incompatibile con i criteri localizzativi contenuti nella Legge regionale 5/2018. Bene, questa stessa ditta qualche giorno fa ha riattivato la procedura, dichiarando di conoscere il provvedimento contenete i nuovi criteri localizzativi ancor prima della verbalizzazione della seduta del Consiglio regionale con il quale venivano adottate le nuove distanze. Come faceva ad essere così sicura al punto di inviare una formale istanza? Ci domandiamo cosa sia successo e se gli abruzzesi debbano ringraziare per questo nuovo regalo la politica o gli apparati amministrativi considerando che nella vicenda hanno svolto un ruolo determinante. Quanto accaduto è gravissimo perché dimostra come la Regione e le sue strutture non siano al servizio della collettività".
19 luglio 2018
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