Discariche veleni Bussi sul Tirino: nel fiume, mercurio 24mila volte oltre la soglia. Ordinanza contro Edison

Il disastro non è stato arginato. E’ andato oltre le sponde. Il fiume Tirino, in provincia di Pescara, con una superficie di circa 150 chilometri quadrati e una lunghezza di 13 chilometri, in alcuni tratti, è  imbottito di tossine.

Il corso d’acqua attraversa il paese di Bussi sul Tirino, dove è posizionata una stazione idrometrica, a valle della quale finisce in un canale a servizio della zona industriale. Ed è qui, prima della captazione, prima della confluenza con il Pescara, che costeggia le discariche dette 2A e 2B, salite alla ribalta internazionale perché zeppe di veleni accumulati e sepolti nei terreni in cent’anni di attività dell’attiguo polo chimico. Ora la Provincia di Pescara, deputata per legge ad individuare i responsabili dell’inquinamento di questi luoghi, ha emanato una nuova ordinanza contro Edison Spa, ritenuta l’artefice anche della contaminazione dei sedimenti fluviali, dal momento che "non emergono cause alternative o concorrenti suscettibili ad incidere significativamente sul giudizio di responsabilità, in quanto nella zona non si sono insediate altre realtà produttive".

Il provvedimento, del 22 luglio scorso, è il risultato delle analisi effettuate dai tecnici dell’Arta (Agenzia regionale di tutela ambientale) e dalla polizia provinciale. Prelievi ed esami di laboratorio hanno portato alla luce la presenza di "altissime concentrazioni di mercurio, piombo, diossine e policlorobifenili", riscontrati "in corrispondenza delle discariche 2A e 2B e aree limitrofe" e "in prossimità della centrale termoelettrica Edison". Mercurio che va da da 2.340 mg/kg fino a 7.200 mg/kg ( i valori limite fissati sono di 0,3 mg/kg), quindi 24.000 volte oltre la soglia. Il piombo, con una concentrazione di 4.020 mg/kg, è fino a 40 volte oltre lo standard, che è 100 mg/kg. La contaminazione è stata riscontrata fino a 1,7 metri di profondità. E - si legge nel documento della Provincia - gli accertamenti “mostrano concentrazioni di mercurio anche tre volte superiori a quelle che caratterizzano come pericoloso un rifiuto”.

Finora si era solo ipotizzato e temuto che le sostanze nocive fossero "scivolate" e si fossero depositate, per centinaia di metri di lunghezza, anche nel fiume: adesso c’è la certezza. "Finché non sarà avviata la bonifica delle megadiscariche 2A e 2B, gli inquinanti  contenuti in quei siti continueranno ad essere sversati nell’acqua: non ci vuole uno scienziato per capirlo", afferma  il sindaco di Bussi , Salvatore Lagatta che rimarca: "Sono anni che attendiamo la bonifica che, da cronoprogramma, dovrebbe partire ad agosto. Ma finora - sottolinea - non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dal ministero della Transizione ecologica, né gli step per arrivare ad essa sono stati rispettati, come ad esempio lo svolgimento della Conferenza dei servizi. Il Ministero fa tutto da sé? Speriamo, altrimenti faccio partire denunce…". 

Le due discariche incriminate, approvate dalla Regione Abruzzo nell’’83 e nell’88, sono di 12mila (la 2A) e 8mila metri quadrati (la 2B). Esse sono prive di opere di messa in sicurezza e vi sono stati smaltiti rifiuti diversi da quelli autorizzati. Intorno, su circa 35mila metri quadrati, sono state depositate, in modo incontrollato, scorie pericolose e dannose e cancerogene, come il "materiale bellico chimico aggressivo, gas iprite, durante la Seconda guerra mondiale" e "le peci clorurate pesanti provenienti dal Reparto clorometani e rifiuti tossici del Reparto clorosoda". Le attività nella zona sono cimnicate nel 1904 con la Società Elettrochimica Volta per passare a Montedison nel 1966 e poi a varie sue controllate tra cui Ausimont, fino ad Edison, invitata a "mettere in sicurezza l'area, rimuovere i sedimenti e a valutare lo stato... della fauna ittica a valle". Per vedere se i pesci sono al... mercurio.

"I nostri timori, risalenti 2015, sono stati confermati - dichiara Augusto De Sanctis, del Forum Acqua Abruzzo - . Con il progressivo svolgimento delle indagini su tutte le aree circostanti e in particolare sui fiumi Tirino e Pescara il quadro della contaminazione si sta finalmente componendo rivelando la gravità di quanto avvenuto anche per quanto riguarda il patrimonio naturale che è stato impattato". 

"Quanto emerso - interviene Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista - impone di far finalmente partire la bonifica delle discariche. Ricordo che a ritardarla sono state le scelte del ministero dell'Ambiente, poi Transizione ecologica, che aveva annullato l’appalto che aveva già concluso l'iter.  Il Consiglio di Stato ha poi dato torto al Ministero e alle sue iniziative dilatorie, sostenute da Pd e la parte del M5s andata con Luigi Di Maio. Il cronoprogramma del ministero prevede che la bonifica inizia il mese prossimo. Se questo non accadrà chiederemo un intervento della Procura". 27 lug. 2022

SERENA GIANNICO

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