"Tutto questo è inaccettabile": manifestano così il proprio dissenso le associazioni Forum Civico Ecologista, Arci, Italia Nostra, Cai-Club Alpino Italiano, Gruppo Fratino Vasto e Club per l'Unesco Vasto, dopo aver analizzato la bozza del Regolamento di gestione della futura Via Verde, la pista ciclopedonale della Costa dei Trabocchi (Chieti), documento definito dalle stesse associazioni aderenti al Forum "pericoloso da un punto di vista ambientale, urbanistico e paesaggistico".
"Si tratta di un regolamento - viene spiegato in un comunicato congiunto - che se venisse approvato così com'è, trasformerebbe completamente il territorio, per andare quasi ad esclusivo vantaggio di pochi privati e di operatori economici, sottraendo alla collettività uno dei tratti costieri più belli ed ecologicamente rilevanti dell'intera fascia adriatica. A solo titolo esemplificativo - scrivono - vogliamo fare riferimento a quelle previsioni che concederebbero superfici ai privati e agli operatori economici, anche in via permanente, per la realizzazione di impianti sportivi all'aria aperta, aree di sosta, ombreggi stagionali, aree attrezzate, oppure quell'evidente regalo ai gestori dei trabocchi che darebbe loro la possibilità di realizzare aree di sosta (anche di 500 mq!), aree attrezzate, ombreggi stagionali, aree di svago e strutture all'aperto, anche lungo il lato mare della Via Verde, ed anche eventualmente in comodato d'uso gratuito".
Le associazioni fanno appello alle amministrazioni comunali e a tutti gli enti competenti e chiedono di approvare definitivamente il Piano di assetto naturalistico (Pan) delle aree protette che si snodano lungo il litorale, cosicché sia preservato il paesaggio e non vengano compiute azioni illegittime.
"Vogliamo ricordare - si fa ancora presente - che la Legge regionale 5 del 2007 ha istituito il Sistema delle aree protette della Costa teatina e che, pertanto, quelle aree interessate dal Regolamento di gestione della Via Verde sono attualmente sottoposte a vincolo: lo stesso articolo 1 stabilisce che lungo il tratto litoraneo tra Ortona e Vasto, sulle aree dismesse del tracciato delle Ferrovie dello Stato, nell’ottica di un processo di valorizzazione e riqualificazione della costa, è preclusa ogni attività di trasformazione del suolo diversa dalla destinazione a verde. Inoltre non possiamo non sottolineare come, nonostante la Legge quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo (numero 38/1996) preveda l'adozione del Piano di assetto naturalistico per ogni area protetta da parte dell'ente competente e che, ai sensi dell'articolo 6 della Legge regionale 5/2007, questo sarebbe dovuto avvenire entro un anno dall'affidamento dell'incarico, ad oggi si attende ancora la definitiva approvazione del Pan. Insomma, un ritardo di ben 12 anni. Il Pan è uno strumento non solo obbligatorio e vincolante, ma anche prodromico ad ogni intervento urbanistico".
La preoccupazione delle associazioni è di vedere mutare drasticamente l’incontaminato paesaggio costiero.
Maria Isabel Aganippe
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