C'è un'inchiesta sul pasticcio della bonifica delle discariche 2a e 2b di Bussi sul Tirino (Pescara). Bonifica bloccata dal ministero dell'Ambiente che ha avviato le procedure per la revoca dell'appalto, concluso nel febbraio 2018. Ministero che tra l'altro asserisce di aver perso i documenti della gara, da 45 milioni di euro.
La Procura di Pescara ha ora aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di omessa bonifica delle discariche, che si trovano sotto il paese, che sono autorizzate e che, contro ogni autorizzazione, sono infarcite di scorie tossiche e cancerogene che giacciono lì da decenni. Il fascicolo è nelle mani del procuratore aggiunto, Anna Rita Mantini, che è anche il coordinatore del settore relativo ai reati ambientali, e del collega Luca Sciarretta. Le verifiche sono appena iniziate.
L'appalto risale al 2015 e il progetto di bonifica prevedeva la totale rimozione dei rifiuti dai terreni contaminati. Annullando il procedimento, si dovrà ricominciare daccapo. Dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O Abruzzo: "Kafka in confronto al Ministero dell'Ambiente è praticamente un dilettante. In questi anni ne abbiamo viste molte ma un ministero dell'Ambiente che da un lato avvia ufficialmente la revoca di una gara da 45 milioni di euro e dall'altro dichiara di non avere le carte ci mancava. La fantasia della burocrazia non ha limiti. Verrebbe da ridere ma poi immaginiamo cosa penseranno i giudici se mai esamineranno le carte di questa vicenda che espone lo Stato a cause milionarie. Poi ci viene in mente che la decisione del ministero ritarderà di anni una bonifica sempre più urgente sia per l'ambiente sia per la salute dei cittadini. Allora il riso si spegne. Il ministro Costa ha qualcosa da dire sull'operato dei suoi dirigenti?"
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