La Commissione comunale di esperti di Atessa (Ch) boccia la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) presentata dalla società "Di Nizio Eugenio", con sede a Mafalda (Cb) e che vuole realizzare, in Val di Sangro, in particolare in contrada Saletti, un impianto per il trattamento, mediante sterilizzazione, di rifiuti ospedalieri, anche infettivi e pericolosi.
Il documento, presentato dall'impresa nel gennaio scorso, a seguito di richiesta della Regione, è stato sviscerato da un gruppo di esperti (Andrea Natale e Enrico Stagnini, biologi; Massimo Colonna, chimico, specializzato in impianti di rifiuti pericolosi; Maurizio Calabrese, ingegnere per l'ambiente e il territorio; Emilio Carafa, ingegnere civile) che lo ha giudicato "carente per molteplici aspetti". Ad esempio "non si hanno indicazioni, né per la fase di cantiere, né per la fase di esercizio, e per nessuna delle tre linee di lavorazione, sulla detenzione, sull’impiego o sulla possibile produzione di sostanze tossiche o nocive per l’ambiente... per la salute e per gli organismi acquatici".
"Non è possibile capire - viene ancora detto - che tipo di ciclo e metodo di sterilizzazione verrà adottato. Non si stima la quantità e la tipologia di rifiuti prodotti e se sia sostenibile stoccarli, dal punto di vista ecologico ed economico. Non è possibile verificare se le acque usate nel ciclo di lavorazione verranno reimmesse nell'ambiente purificate... e con quale grado di contaminazione. Non vengono valutate le emissioni in atmosfera in maniera sufficiente ed analitica". Non è stato preso in considerazione l'"effetto cumulo" con emissioni derivanti dalla presenza di altri impianti nella stessa zona.
Poi c'è il Sito di interesse comunitario (Sic) "Bosco di Mozzagrogna" da prendere in considerazione... "Non è possibile - decreta la Commissione - verificare l’attendibilità e la coerenza della stima dell’incidenza, riportata sulle carte, su habitat e specie di uccelli rispetto ai dati e alle informazioni fornite. Le determinazioni raggiunte" riguardo al "mantenimento dell’integrità" dell'area protetta "non sono fondate su argomentazioni, analisi sperimentali e dati tali da fugare ogni ragionevole dubbio".
"Permane un margine di incertezza che, per il principio di precauzione, non permette di escludere effetti negativi" sul bosco e gli animali che lo popolano. Lo studio risulta, dunque, "carente ed incompleto" e di qui il "parere negativo".
Sono ben quattordici - sottolinea il sindaco, Giulio Borrelli- i motivi che hanno portato la Commissione a dire no. Il documento della ditta è gravemente carente e si basa su dati bibliografici e non su una verifica scientifica e accurata sul campo. Esso non è soddisfacente per valutare l’incidenza ambientale del progetto proposto perché non è assolutamente credibile che in nessuna delle attività ipotizzate non sono coinvolte o generate sostanze pericolose per l’ambiente o caratterizzate da altri tipi di rischi (infiammabili, autoreattivi, reattivi a contatto con l’acqua, comburenti, letali, tossici e nocivi per contatto ingestione o inalazione, cancerogeni e mutageni) poiché tale tesi è palesemente in contrasto quantomeno con le operazioni richieste nella buona pratica della gestione dei rifiuti pericolosi. Non viene specificato, oltretutto, se la sterilizzazione dei rifiuti a rischio infettivo avverrà per trattamento termico o chimico mediante impiego di sostanze pericolose (quali l’idrossido di sodio) e non è descritto il ciclo di gestione dei reflui prodotti".
"La non incidenza sul "Bosco di Mozzagrogna" - prosegue il primo cittadino di Atessa - viene enunciata, ma non dimostrata ed argomentata. Si sarebbe dovuto effettuare una verifica in campo – con rilievi sperimentali/osservazioni dirette – in tempi e periodicità tale da valutare anche le modificazioni stagionali e il fenomano della migrazione".
"Il parere della commissione comunale -conclude Borrelli- si basa non solo su considerazioni biologiche, che sono fondamentali, ma è impostato e redatto da un gruppo interdisciplinare, da un team di professionisti che ha competenza ed esperienza specifica nelle diverse specializzazioni necessarie per valutare un progetto di tale complessità. Ha redatto un parere dettagliato e argomentato che, a differenza del documento presentato dalla Di Nizio, si fonda sulla interdisciplinarità delle analisi necessarie ad una piena e completa disamina delle incidenze potenziali e pericolose per il sito comunitario protetto, per l'ambiente e per i residenti".
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