"Eravamo già pronti a festeggiare, quando, lo scorso 5 ottobre, il Servizio di Valutazione ambientale regionale comunicava (Protocollo 275179) alla ditta proponente il preavviso di archiviazione della pratica con termine fissato al 10 ottobre". Invece, a seguire, il comitato Via ha concesso un mese di proroga all'impresa. "E - è l'allerta - bisogna vigilare, perché il progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti sanitari a rischio infettivo, mediante sterilizzazione, proposto dalla Di Nizio Srl, rappresenta un reale pericolo per il territorio". A lanciare l'allarme è l'associazione "Noimessidaparte", presieduta da Marco Severo. L'impianto - viene ricordato in un documento - dovrebbe sorgere in contrada Saletti di Atessa (Ch), in un sito di proprietà della Colasante Holding. Esso è "oggetto di ampia protesta cittadina, sfociata in una partecipatissima manifestazione lo scorso maggio".
Il progetto, attualmente in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via), ha ottenuto una proroga dei termini di 30 giorni.
I termini per l'integrazione degli atti parevano scaduti, ma il 9 ottobre la Di Nizio con una comunicazione inviata al Servizio di valutazione (Protocollo 0277935) ha chiesto una proroga dei termini, poiché, sostiene, "non ha mai ricevuto la richiesta d’integrazioni da parte di Arta, né tantomeno la stessa è reperibile sul sito istituzionale del Servizio di valutazione ambientale".
Così il 10 ottobre, il Servizio di valutazione ha risposto alla Di Nizio, dandole ragione e dichiarando che, è vero, "per mero errore", la richiesta di integrazione dei documenti fatta mesi or sono non è "mai pervenuta alla ditta".
Quindi... "Per quanto sopra, si ritiene di poter concedere una proroga di 30 (trenta) giorni a far data dalla presente comunicazione. Pertanto, il termine ultimo perentorio per la presentazione della documentazione è fissato al 10 novembre 2018".
"Il progetto della Di Nizio - ricorda "Noimessidaparte" - punta a realizzare un impianto sterilizzazione di rifiuti sanitari a rischio infettivo, con produzione di combustibile da rifiuto, con potenzialità di trattamento di 20.000 tonnellate all'anno, al quale sarà associato un deposito di rifiuti, sia non pericolosi, per 10.500 tonnellate all'anno, che pericolosi per 4.500 tonnellate all'anno.
Rifiuti provenienti da terzi, quali aziende pubbliche e private, attività ambulatoriali ed ospedaliere, servizi di raccolta differenziata, ecc…".
"Come evidenziato nelle osservazioni formulate da noi insieme a Wwf e a Legambiente, - sottolinea Severo - il progetto presenta criticità che devono essere considerate in sede di valutazione. Criticità come le emissioni in atmosfera (basti considerare il solo traffico di automezzi, circa 22.100 tir in più oltre l’impianto in sé ); la collocazione, vicino ad una delle aree urbane (Saletti di Atessa) con più sviluppo dell’ultimo ventennio; la vicinanza di case sparse (anche meno di 50 metri). Inoltre non si capisce quale sia la reale finalità dell’impianto, se trattare rifiuti ospedalieri o stoccare rifiuti pericolosi, men che meno il beneficio per la collettività tenendo anche conto che in Abruzzo si producono meno di 4 mila tonnellate annue di rifiuti sanitari. Logico che l’impianto per girare a regime dovrà necessariamente importare rifiuti da fuori regione".
"Alla luce di questo "errore" del Servizio di valutazione della Regione - viene aggiunto - ci chiediamo a che mani siano affidate l’ambiente, la salute pubblica e i cittadini! Possibile che una svista così sempliciotta (del resto si tratta di un atto con tanto di numero di protocollo) finisca per prolungare i termini di un procedimento che è fissato, per legge, ad un massimo di 180 giorni? Più che un mero errore lo riteniamo una inadempienza delle regole e nello specifico una violazione alla legge 241/1990". Auguriamo al Servizio regionale - viene aggiunto - di non commettere ulteriori errori e di tenere in seria considerazione le ragioni dei tanti cittadini che si oppongono al progetto".
17 ottobre 2018
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