Lanciano. Sott'accusa per le botte al marito. Prosciolta l'8 marzo

Sotto accusa per aver picchiato e ferito il marito. Il giorno della Festa della donna non sembrava adatto a rappresentare, al contrario, il reale fenomeno di azioni violente costantemente perpetrato nei confronti delle donne. Ma a conclusione dell’udienza preliminare l’altro pomeriggio l’imputata ha incassato la favorevole sentenza del non luogo a procedere per fatti insussistenti.

Lei, P.V., 40 anni, di Lanciano (Ch), difesa dall’avvocato Alessandro Falconio, doveva rispondere dinanzi al gup Giovanni Nappi dei reati di minaccia e lesioni personali volontari, aggravati dall’aver commesso il fatto contro il coniuge. L’accusa sosteneva che dal 20 luglio all’8 settembre 2017, l’imputata  avrebbe più volte minacciato il coniuge dicendogli: "Io ti rovino e ti faccio pagare a vita il risarcimento". Il 20 agosto poi l’avrebbe colpito con schiaffi al viso con prognosi di due giorni provocandogli un’otalgia sinistra e dolenzia alla regione orbitaria omolaterale. Infine  l’8 settembre gli avrebbe rifilato un forte calcio allo stomaco facendolo cadere all’indietro procurandogli vari traumi, tra cui al rachide cervicolombare, algia regione dorsale, emitorace e scapola destra, trauma cranico non commotivo; totale prognosi 15 giorni.

Nella loro storia di coppia emerge invece che la donna ha denunciato più volte il consorte per maltrattamenti e violenti soprusi subiti per anni, fino al 2017, e sono aperti procedimenti contro l’uomo.   10 mar. 2021

Walter Berghella

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