Una miriade di prescrizioni e di incongruenze... Troppe criticità, oltre agli strali ambientalisti... Statale 16 che sarebbe chiusa per farla diventare un parcheggio, spaccando l'Italia in due; poi c'è Fosso Marino, il cui alveo va messo in sicurezza nella previsione di precipitazioni di straordinaria portata; percorsi di uscita e fuga non sicuri; diversi aspetti relativi all'organizzazione dei luoghi e all'afflusso di una folla immane oscuri.
Sono alcune delle ragioni per cui le forze dell'ordine questa mattina, nella riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Giacomo Barbato, hanno detto no unanime al Jova Beach Party, previsto a Vasto (Ch) per il 17 agosto. Che, al momento, quindi, non è autorizzato.
"Il concerto è sicuramente a grave rischio - dice Barbato - ma non è una novità di oggi. Di esso ci siamo occupati fin da marzo quando il sindaco, Francesco Menna, con il rappresentante dell'organizzazione mi è venuto a presentare l'evento. Da subito - afferma - ho raccomandato che il bene più importante fosse la tutela dell'incolumità delle persone e della sicurezza pubblica. Dissi in quell'occasione: 'Vi pregherei di metterci in condizione di validare e verificare il Piano che necessariamente dovete predisporre'. Siamo riusciti ad avere un Piano che non ha assolutamente rispondenza con i luoghi - aggiunge il prefetto - solo nell'imminenza del Comitato ordine e sicurezza pubblica del 27 giugno".
"A seguire - fa presente - c'è stata anche una riunione tecnica in Questura: in quell'occasione ci si sarebbe aspettati una risposta rispetto alle criticità già evidenziate in Comitato, che non è la sede per l'approfondimento tecnico, considerata la manifestazione e considerato che il ministero ha fatto una circolare specifica per l'evento in tutta Italia, vista l'importanza e la forza attrattiva di Jovanotti: ebbene, si sono presentati in Questura senza il Piano che poi al termine della riunione hanno presentato, ma che praticamente era uguale al primo".
Quanto agli aspetti economici, sottolinea il prefetto, "parliamo di un giro d'affari di oltre 3 milioni di euro, ma riguardano l'organizzazione, tanto più che ho fatto mettere a verbale più volte qual è il bene primario da tutelare. Se questi signori vendono i biglietti prima di avere le autorizzazioni, addirittura prima di presentare un Piano degno di questo nome, il rischio di impresa è tutto a carico loro".
Maurizio Salvadori, produttore e organizzatore di tutti i live di Lorenzo, replica così: "Fino ad ora tutte le Commissioni delle località da cui è transitato il Jova Beach Party si sono complimentate per la professionalità e la precisione dei Piani di lavoro presentati. Cercherò quindi, domani stesso, di prendere contatto con la Prefettura per fissare un incontro nel più breve tempo possibile, per analizzare le possibili criticità del progetto, che non hanno convinto le autorità". Relativamente ai biglietti già venduti, "come prassi, abbiamo messo in vendita un numero di biglietti prudenziale rispetto alla possibile capienza che sarà sempre e comunque assegnata dalla Prefettura, a progetto approvato. Infatti, non corrisponde a verità che siano già stati venduti 40mila biglietti, la cifra reale è inferiore ai 30mila". Il manager si dice certo che "con la collaborazione potremo trovare le soluzioni adeguate".
La Stazione ornitologica abruzzese (Soa) esulta per le parole del prefetto "che ha chiarito in maniera cristallina l'inadeguatezza del luogo scelto dall'organizzazione per la tappa di Vasto del Jova Beach Party". L'associazione il 24 giugno scorso aveva presentato un esposto, sollevando dubbi di carattere ambientale. Aveva fatto notare che la spiaggia in questione era stata descritta dagli organizzatori come priva di ostacoli e di vegetazione. "Invece c'è un corso d'acqua, - viene ribadito - come abbiamo potuto facilmente dimostrare inviando le foto di Fosso Marino, che è riportato anche nella mappa ufficiale del reticolo idrografico del ministero dell'Ambiente. Un fatto - puntualizza - che strideva non solo con la realtà ma anche con l'operazione portata avanti in contemporanea dal Comune di Vasto, che è riuscito incredibilmente ad ottenere dalla Regione Abruzzo ben 80.000 euro di fondi pubblici per tombare il fosso, proprio per consentire il concerto e nonostante un piano spiaggia municipale che impone l'esatto opposto, la rinaturalizzazione del fosso".
"Insomma, - ribadisce la Soa - una situazione a dir poco imbarazzante derivata da una scelta sbagliata in partenza, quella di usare le spiagge per mega-eventi che invece vanno fatti nei luoghi adatti come stadi, palazzetti e piazze, dotati di tutti gli standard, dai parcheggi ai bagni passando per mezzi di trasporto collettivi adeguati. Continueremo a seguire l'evolversi della vicenda, anche per quanto riguarda la segnalazione circa il livellamento dell'area realizzato in pieno periodo riproduttivo del fratino.
Ora auspichiamo che anche il ministero dell'Ambiente, seguendo l'esempio del prefetto di Chieti, faccia sentire la sua voce in merito a localizzazioni del tour inopportune e a nostro avviso dannose non solo sotto l'aspetto delle ruspe in azione su habitat dunali ma anche sotto l'aspetto culturale e dell'effetto emulazione".
"Purtroppo - conclude - in questa triste vicenda abbiamo dovuto ascoltare in programmi nazionali anche il dileggio da parte di uomini di spettacolo di fama nei confronti delle azioni di protezione della biodiversità portate avanti molto spesso da volontari al posto degli organi dello Stato ad essi teoricamente deputati, come se non fosse giusto tutelare il patrimonio naturalistico e paesaggistico formalmente protetto da direttive comunitarie e leggi statali. Paesaggio, fiumi, piante ed animali sono la nostra ricchezza, la loro salvaguardia è atto di civiltà".
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