Nessun vizio di legittimità. La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del Governo contro la Legge regionale numero 7 del 10 giugno 2019 relativa al recupero e alla valorizzazione dei trabocchi. Fu approvata la scorsa estate in un ventaglio infinito di polemiche. E fu impugnata su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani. Ora il centrodestra in Regione gongola. “I giudici – evidenzia il presidente Marco Marsilio - adesso riconoscono la correttezza di una legge che abbiamo voluto e approvato e che già dalla scorsa stagione ha permesso a numerosi operatori di poter svolgere le proprie attività economiche. Una sentenza che garantisce la certezza del diritto”.
Il Consiglio dei ministri aveva deciso di impugnare la legge giudicandola "invasiva della competenza legislativa statale nella materia della tutela del patrimonio culturale e del paesaggio". Tra le peculiarità della norma c’è la possibilità di ampliare la superficie calpestabile di queste eccezionali macchine da pesca, trasformate in molti casi in ristoranti, fino a un massimo di 160 metri quadrati ai quali possono essere aggiunti altri 50 per cucina e bagno. L’accoglienza massima prevista dalla nuova norma è di 60 commensali. Secondo il ricorrente, però, la Regione si sarebbe posta in contrasto "per avere dettato una disciplina unilaterale dei trabocchi, che fissa parametri dimensionali di riferimento per gli interventi su detti manufatti con valori non previsti dalle norme statali di settore e che per di più interferisce con i Piani demaniali marittimi comunali".
La sentenza ora decreta che la legge "effettivamente risponde alla finalità di circoscrivere l’area complessiva destinata alla valorizzazione dei trabocchi in funzione, sia dell’ottimizzazione dei flussi turistici (cui è strumentale la regolazione dell’attività di ristorazione) sia di un più fruibile soddisfacimento delle visite didattico-culturali (anche extraregionali) demandate alla promozione della storia degli stessi trabocchi". Il che "non eccede l’ambito dei poteri propriamente spettanti alle Regioni". Insomma nessuna "invasione di campo".
Inoltre la regolamentazione dell'attività di ristorazione "(con riguardo, in particolare, alla superficie massima sfruttabile e al numero massimo delle persone ospitabili), non si pone in contrasto con il principio generale della tutela del patrimonio storico-culturale". A sua volta "la maggior ampiezza della passerella di accesso al trabocco, è coerente con l’assolvimento dell’esigenza di consentire, da un lato, la fruizione del trabocco da parte delle persone con disabilità e, dall’altro, l’osservanza dei parametri di sicurezza per la pubblica incolumità dei soggetti fruitori, sia in chiave turistica che didattico-culturale". "Gli interventi di recupero, utilizzazione e ristrutturazione dei trabocchi - viene poi sottolineato - debbono necessariamente conformarsi alle prescrizioni statali relative agli ambiti edilizio, igienico-sanitario, sicurezza e antincendio".
"La legge - sottolinea l'assessore Nicola Campitelli - è stata pensata, ideata e votata in soli trenta giorni. La conferma da parte della Corte consolida il percorso di salvaguardia di queste antiche macchine da pesca. Ricordo che contro questa legge fecero ostruzionismo ed esultarono i partiti di opposizione. Avrebbero fatto meglio a difendere il lavoro fatto. per garantire l’economia e il turismo, invece si schierarono contro le ragioni dell’Abruzzo e dei traboccanti”.
I trabocchi sono 33, distribuiti su otto comuni, e su sedici di essi si svolge attività di ristorazione. Sulla questione, nelle scorse settimane, era tornato il consigliere regionale pentastellato, Francesco Taglieri. "La Regione - ha detto - non è mai riuscita a dare un'identità reale ai trabocchi. Si tratta di uno dei riferimenti turistici e culturali più caratteristici della costa della provincia di Chieti e di tutto l'Adriatico, eppure, dopo anni di attesa, mancano provvedimenti organici".
"Davanti allo svilimento di alcuni trabocchi, che si può facilmente constatare passeggiando lungo il litorale - ha aggiunto -, il pensiero inevitabilmente torna ai proclami dell’esecutivo regionale, a trazione leghista, che in sede di approvazione della legge, parlava di "soluzione finale" e di "salva trabocchi". Ma "non ha salvato un bel niente".
Serena Giannico
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