Riapertura parte Corso Trento e Trieste a Lanciano. Scambio di accuse tra centrodestra e centrosinistra
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Ha generato un vespaio di polemiche a Lanciano (Ch) il progetto di riapertura di parte di Corso Trento e Trieste da parte della nuova amministrazione comunale di centrodestra, insediata nello scorso mese di ottobre.

Secondo quanto approvato in seno alla Giunta Comunale, dal prossimo primo aprile, "per favorire il commercio e per un aiuto alla viabilità", sarà riaperto alle auto il tratto del corso che collega Piazza Dellarciprete con Viale Delle Rose. Particolarmente critico verso questa decisione è l'ex vicesindaco del Comune di Lanciano, ed attuale consigliere di Azione, Giacinto Verna, che definisce la decisione "una delle peggiori idee partorite finora da questa amministrazione". L'impressione che ha Verna è di un "Comune che navighi a vista". "Se l'obiettivo è quello di favorire il commercio, - dichiara - sarebbe bene valorizzare il centro rendendolo più attraente per i cittadini residenti e non, creando o ristrutturando i servizi che già ci sono. Creare un'unica grande area pedonale da Piazza Plebiscito alla pista, in sicurezza per le famiglie con bambini e anziani, avrebbe risposto a questa e ad altre esigenze. Se l'idea della riapertura dovesse, concretizzarsi - conclude Verna -, la naturale conseguenza sarà quella di ridurre la frequentazione di quel tratto del Corso, penalizzando le attività presenti".

Ribatte il sindaco del Comune di Lanciano, Filippo Paolini, divulgando documenti in cui si evince che la volontà della riapertura al traffico, pedonale e non, di quel tratto di strada non sia una decisione dell'attuale Giunta, bensì della precedente di centrosinistra, a guida Mario Pupillo. L'attuale primo cittadino sostiene che la sua amminsitrazione "non ha fatto altro che eseguire le Linee guida approvate in una delibera del 16 ottobre 2019, in cui si trova l'elenco delle strade, limitrofe a Corso Trento e Trieste, ad uso pedonale". "Tale delibera, come dimostrato dai documenti, - rimarca Paolini - trova anche l'approvazione di Verna, che adesso non può attaccare l'attuale amministrazione perché ha dato seguito ad una loro decisione".

"Prevedere nella delibera di Giunta le strade pedonali ad uso esclusivo dei pedoni, non implica che la parte non pedonale debba essere aperta, ed infatti, con apposita ordinanza, quella parte di strada è sempre rimasta interdetta al traffico - tuona a sua volta Verna -. La necessità - spiega ad Avruzzolive.tv - di mantenere quel tratto di strada non dedicato esclusivamente ai pedoni, risiedeva in due ragioni. La prima è di ordine pratico, in quanto erano ancora in corso i lavori per il Parco Valente, con conseguente viavai di mezzi, alcuni dei quali passavano proprio lungo la parte finale di corso Trento e Trieste. La seconda ragione, di uso cautelativo, perché nella malaugurata ipotesi di un blocco su via De Crecchio o su via Dalmazia, onde evitare che la città restasse divisa in due, si sarebbe potuto deviare il traffico su quel tratto. Ma - conclude Verna - la volontà della passata amministrazione, è sempre stata quella di mantenere chiuso quel tratto di strada".

E Leo Marongiu, ex candidato sindaco, consigliere comunale e segretario provinciale Pd, tuona: "Per favore rinsavite. Paolini cita la delibera 2029 e non quella 2020 che stabilì la chiusura al traffico di Viale delle Rose dopo aver autorizzato i dehors agli esercenti per rilanciare le attività. Riapre al traffico un tratto di strada per colpa di Pupillo? Probabilmente perché Paolini era assente in Giunta quando è stata decisa la riapertura". 17 mar. 2022

Uranio Ucci

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