"No allo smantellamento della ferrovia storica Lanciano - San Vito della Sangritana". E' il senso di una lettera aperta della Federazione italiana Modellisti Ferroviari ed Amici della Ferrovia (Fimf) indirizzata al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio; del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, nonché ai sindaci del territorio e al presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna.
Di seguito la missiva.
"L'Abruzzo, "cuore verde d'Europa", in meno di un secolo ha disarmato e continua a smantellare chilometri e chilometri di ferrovie storiche, infrastrutture che oggi potrebbero costituire una impareggiabile risorsa turistica, paesaggistica e culturale.
L'ultimo esempio, lo abbiamo appreso nei giorni scorsi ("Buongiorno Regione" Tg Rai Abruzzo del 5 ottobre 2023), è quello dell'antico tracciato ferroviario ancora esistente tra San Vito Chietino e Lanciano (con lo spettacolare viadotto ad archi di tipo "elicoidale").
Un tratto chiuso al traffico e lasciato in abbandono dal 2005. Una stupenda e rara ferrovia in originario scartamento ridotto, che un finanziamento reso noto, pro riconversione in asse ciclabile, intende smantellare; dunque sopprimere e perdere definitivamente.
La pubblica intenzione dichiarata è appunto quella di svellere i binari e trasformare il sedime in una evoluta pista ciclo-pedonale da destinare a "Mobilità sostenibile" con scopi intermodali (in ogni stagione e nella quotidiana esigenza di alti flussi di mobilità pubblica da traffico veicolare su gomma, affidati al bus). Secondo noi si tratta invece di un ennesimo caso di vero e proprio "ferrocidio", purtroppo non nuovo in Abruzzo.
L'ultimo caso in ordine di tempo, questo, che segue la distruzione di altre ferrovie, come ad esempio quelle fra Ortona e Crocetta, l'Aquila e Capitignano (dimenticata relazione torbiera che si prefiggeva anche il collegamento verso Teramo); Chieti città e Chieti scalo; Pescara e Penne (ancora oggi rimpianta ovunque) e un altro impianto messo fuori uso dagli eventi bellici del 1943 e non più ricostruito: la breve ma importante tramvia di Sulmona (città con centro storico notoriamente distante dallo scalo ferroviario). Chilometri di binari irrimediabilmente perduti ed irrecuperabili.
"Ferrocidi" che hanno coinvolto anche regioni confinanti. In Molise, la Agnone-Pescolanciano, anch'essa travolta dalla guerra; nelle Marche, la Porto San Giorgio - Fermo - Amandola (consorella della Sangritana) e la Fano - Urbino (per il cui ripristino a scopi turistici sembra teoricamente possibile); in Umbria, quel capolavoro di ingegneria ferroviaria di montagna che fu la Spoleto - Norcia (da tempo "ciclovia" e con relazioni su gomma contigue su viabilità statale).
Adesso, appare certo l'epilogo per quella ferrovia - progettata e realizzata dall'illustre ingegnere Ernesto Besenzanica - 110 anni fa - e ricostruita faticosamente da Ferrovieri di Sangritana (dopo tragici danni subiti a seguito di distruzioni belliche tedesche durante la ritirata del 1944) che si fregia dello stupendo viadotto elicoidale di San Vito Chietino e da dove di recente partivano ed arrivavano i variopinti sempre affollati convogli del "Trenino della Valle" dalle nostre riviere verso il lago di Bomba ed l'Alto Sangro; uno scenario di poesia che non a caso fu caro anche a Gabriele D'Annunzio.
Trasformare in pista ciclabile quel tracciato, sarebbe un atto di blasonata modernizzazione. Per ricavare una "ciclovia" (per la quale le aree reperibili sono sempre poco distanti dai sedimi ferroviari) non più utile di una ferrovia pur sospesa e di certo ben diversa da quella ottenuta sulla Costa dei Trabocchi in luogo della parallela, più interna e più veloce linea a doppio binario "Adriatica".
Solo la "Ferrovia dei Parchi" Sulmona - Carpinone ("Transiberiana d'Italia"), che nel 2011 fu destinata ad epilogo certo, si è poi salvata dalla dismissione grazie al tempestivo e geniale intervento di "Fondazione FS Italiane" e di straordinari tutori (Ferroamatori promotori di treni storici) delle bellezze paesaggistiche interne che l'hanno trasformata in breve tempo nella impareggiabile "cartolina viaggiante", "Luogo del Cuore" del Fai e risorsa turistica, economica ed ambientale di impareggiabile valore. Basti pensare ad esempio alla creazione della fermata di Cansano Ocriticum a valorizzazione dell'omonimo e vicino parco archeologico.
Non è comprensibile, ad esempio, che si sia mai più parlato pubblicamente e nelle migliori sedi del lungimirante progetto dell'allora presidente di Ferrovia Sangritana, noto come "Ferro-Tram" (del quale dovrebbe ancora esistere un ottimo video promo), appunto proposto in luogo della vecchia ferrovia nel tratto Crocetta di Castel Frentano-Lanciano- San Vito alta e San Vito Marina (una tramvia soggiace a ben altre disposizioni normative rispetto ad una ferrovia). Valgano per tutti i sistemi analoghi di vero successo riattivati nei capoluoghi di regione come Firenze, Napoli, Torino, Milano, Messina, Cagliari ed alcune relazioni extraurbane su ferro nella Capitale.
Chissà se qualche tecnico competente abbia mai svolto compiutamente studi (non solo a fini statistici e commerciali sui flussi di "clientela" da anni incarrozzati su autobus nella tratta in viabilità ordinaria parallela alla ferrovia "condannata" Crocetta di Castel Frentano Lanciano-San Vito Marina. E magari abbia approfondito questioni di macro e microeconomia dei trasporti pubblici anche dal punto di vista della sostenibilità eco-compatibile dei mezzi.
Dopotutto, la ferrovia non è inquinante; tanto da essere soppiantata da "linea" pavimentata e ciclopedonale.
Infine, una importante riflessione: continuare a salvare, recuperare, utilizzare al meglio e promuovere le ferrovie abruzzesi, potrebbe interessare anche l'Unesco, che finora non ha mai ha premiato questa regione. L'Abruzzo merita Ferrovie storiche e turistiche da riconoscere "Patrimoni dell'Umanità", come ad esempio è già avvenuto fra Italia e Svizzera per la "Ferrovia del Bernina" da Tirano a Saint Moritz. Così come risultano avanzatissimi gli studi progettuali per il ripristino della pure sfortunata Ferrovia elettrica "Rimini - San Marino" (con validissimo supporto di Fondazione FS Italiane e molta cooperazione tra i competenti Ministeri dei due Stati afferenti).
Sappiamo che un simile documento avrà praticamente pari sorte della dismessa strada ferrata in questione, ma reputiamo giusto farne diffusione pubblica. Perché resti, non solo in qualche archivio polveroso". 23 ott. 2023
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