Lanciano. Sciopero degli avvocati. 'Siamo contro il processo... eterno...'

Astensione dalle udienze penali e da ogni altra attività dal 21 al 25 ottobre. Allo sciopero ha aderito la totalità degli avvocati del Foro di Lanciano.

A spiegare le ragioni della protesta e dello stop sono, in una nota, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, la Camera penale di Lanciano ed il delegato locale dell’Organismo congressuale forense. "Gli avvocati - si afferma nel documento - denunciano la gravità della riforma della prescrizione, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2020 e che prevede, di fatto, l’abrogazione, dopo la sentenza di primo grado, di un istituto che è espressione di un principio di civiltà giuridica: ogni cittadino – imputato o vittima – ha diritto di essere giudicato in tempi ragionevoli e certi secondo quanto sancito dall’articolo 111 della Costituzione.
Il processo eterno varrà per tutti: colpevoli, innocenti e vittime, i quali saranno condannati tutti ad un vero e proprio... ergastolo processuale".

"E’ in crisi - viene spiegato - la stessa idea di giustizia liberale senza rispetto per la dignità della persona.
E’ il momento di smentire le fake news che vengono utilizzate per manipolare l’opinione pubblica.
Dati statistici ministeriali e i risultati dell’indagine commissionata dall’Unione delle Camere penali italiane all’Eurispes dimostrano che non è vero che i reati di maggiore allarme sociale si prescrivono in tempi brevi: il sequestro a scopo di estorsione si prescrive in 63 anni; l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti in 43 anni; l’omicidio stradale in 48; la violenza sessuale in 33 anni; la corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio in 18 anni; la bancarotta fraudolenta in 21 anni e 9 mesi. E’ possibile che nei tempi descritti lo Stato non riesca a dare risposte definitive al punto da dover abrogare la prescrizione?"

"Non è vero - viene ancora evidenziato - che nel nostro Paese si prescrive la gran parte dei reati: la prescrizione interessa solo il 10% del totale ; il 53% delle prescrizioni matura durante le indagini preliminari, fase che sfugge al controllo dell’indagato e del suo avvocato; solo il 23% delle prescrizioni matura nel giudizio di appello, il che significa che la riforma inciderà su una quota risibile del totale. Non è vero che la prescrizione è il frutto di "trucchi" degli avvocati e dei loro clienti: il 64% dei rinvii delle udienze è dovuto a ragioni fisiologiche ( es. prosecuzione della istruzione dibattimentale, rinvio della discussione, assenza dei testi del pubblico ministero); il 16,2% alla inefficienza del sistema ( es. omissione o irregolarità nelle notifiche , assenza del giudice o del pm, eccessivo carico del ruolo, omessa citazione dei testi del pm); solo il 3,6% è dovuto a legittimo impedimento dell’imputato o del suo difensore".

"E’ evidente - si ribadisce - che la prescrizione è l’effetto della disfunzione del sistema giustizia, che necessità di una profonda riforma che renda effettivo il principio della ragionevole durata del processo.
L’abrogazione della prescrizione dopo la sentenza di I grado, senza una strutturale e organica riforma della giustizia, comporterà che i processi si concluderanno dopo decenni dai fatti".

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