Che fine fanno i soldi ricavati, a Lanciano (Ch) dalla vendita dei donativi dell’8 settembre? I soldi cioè del popolare Dono alla Madonna? Di sicuro da tre anni - edizione 2019 compresa - non vanno più... alla Madonna, in specie alle autorità ecclesiastiche, che non vedono un centesimo.
Tradizione vuole che i contradaioli preparino carri e addobbi e prodotti agricoli di stagione - fichi, uva, meloni... - in onore della Madonna, patrona della città. Ben sapendo che, dopo la sfilata folkloristica, i prodotti della terra vengono venduti in piazza, da un banditore, e che il ricavato viene destinato alla... Madonna. Tutti sanno (o sapevano), anche quest'anno, che quei soldi... "sono per la Madonna!".
Fino al precedente Comitato Feste, quello presieduto da Stefano Angelucci Marino, nel periodo 2011-2015, una somma “sostanziosa”, proprio derivante dalla vendita dei donativi, veniva volontariamente consegnata nelle mani dell’arcivescovo (mai le autorità ecclesiastiche hanno preteso alcunché, precisiamolo), consegna che avveniva "la mattina successiva al Dono o al massimo qualche giorno dopo", come confermano negli ambienti religiosi. Le somme venivano utilizzate a scopo benefico.
Offerta spontanea.... Un atto di devozione e di rispetto alla Vergine Maria visto che le stesse Feste di settembre, religiosamente, sono la festa della Madonna. E la stessa sfilata dei carri con i donativi, l’8 settembre, è fatta proprio nel giorno che liturgicamente è la "natività" di Maria. E, ribadiamolo, i prodotti che arrivano dalla campagna, vogliono essere esclusivamente un omaggio alla Madonna.
Da tre anni, con la gestione del presidente Maurizio Trevisan, il ricavato "non va più alla Madonna". E dove finisce non si sa. Di certo, essendo sia la tradizionale sfilata di carri che la vendita dei prodotti fatte in "nome della Madonna", il denaro raggranellato dovrebbe essere "per la Madonna". Ma ultimamente così non è; né i cittadini sono stati informati del cambio... di destinazione d'uso di queste somme.
Anche sul sito internet delle Feste di settembre (vedasi foto) si parla del Dono come "generoso omaggio delle contrade alla Madonna del Ponte". "Ci sono - si racconta - le massaie che impastano il pane o le pizzelle; i vignaioli che pigiano l’uva con i piedi; le donne sedute di fronte ai telai per la lavorazione della lana; i contadini che setacciano il grano con il crivello; i fabbri che modellano il ferro; le signore che lavorano l’uncinetto. E poi ci sono le donne che sfilano con le conche, i bambini allegri e festanti che accompagnano i carri, a piedi o in biciletta. E poi c’è chi balla, canta, offre bicchieri di vino e gustose fette di pane e olio. E ancora ci sono i carri colmi delle tantissime specialità del territorio, dei prodotti della terra conquistati con impegno, fatica e sudore. E ci sono anche gli animali, così preziosi per la tradizione pastorale: pecore, vitellini e caprette, ma anche le oche, cavalli, un asinello e persino una mucca da latte. Ritratti di vita quotidiana del passato - viene aggiunto - che ‘rivivono’ in un’unica giornata di festa a Lanciano, dove i colori e la varietà dei carri e delle conche addobbate con i fiori, i rumori dei trattori, le danze e le musiche suonate con fisarmoniche e tamburelli, le grida dei bambini e tutto il resto, fanno da cornice al senso religioso della festa".
"Il Dono - si fa presente ancora nel sito ufficale delle Feste - rappresenta l’omaggio... alla protettrice della città, la Madonna del Ponte. Ogni compagnia è preceduta dal capo contrada, e i contadini sfilano lungo il corso Trento e Trieste cantando inni religiosi, fino a piazza Plebiscito. Alla fine della giornata, tutti i prodotti vengono messi all’asta e venduti, per destinarne il ricavato alla Madonna". A quanto pare... a parole. C'è un detto popolare che recita... "Passata la festa, gabbato lo santo"...
Alessandro Di Matteo
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Nelle foto di Andrea Franco Colacioppo, immagini del Dono 2019