Disastro al Parco Diocleziano a Lanciano: struttura devastata, siringhe, materassi bruciati, acqua che sgorga a catinelle
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E' costato ai contribuenti 2,5 milioni di euro, con cinque anni di lavori. Doveva essere il polmone verde della città invece è inaccessibile, con il centro polifunzionale cadente, altamente danneggiato e lasciato alla più totale incuria.

Stiamo parlando del Parco del Diocleziano a Lanciano (Ch). La posizione è alquanto invidiabile, divide il quartiere storico di Lancianovecchia dal "Piano della fiera". Ristrutturato nel 2008, ad opera dell'amministrazione guidata dal sindaco Filippo Paolini non ha mai raggiunto i suoi scopi. Doveva essere un polmone verde, con un percorso per bike park, (vedi foto), di cui oggi resta solo il degrado.

Dopo la segnalazione giunta ad Abruzzolive.tv sullo stato dei luoghi, ci siamo recati sul posto, costatando... il disastro. L'accesso principale su Via per Frisa è chiuso. Il piazzale antistante viene utilizzato nelle prime ore dell'alba, dai mezzi della Ecolan come punto di smistamento. Gli altri ingressi sono lungo una scalinata di via dei Bastioni e un cancelletto posto in via Sotto la Torre che consente il passaggio pedonale (vedi foto).

La prima impressione che abbiamo avuto è che la natura si sia riappropriata del suo spazio: arbusti che hanno inghiottito panchine, alberi crollati che fanno da corollario ai sentieri che, seppur parzialmente nascosti dalla vegetazione, non è difficile percorrere, segno di una pur minima frequentazione del luogo, nonostante le balaustre poste lungo tutti i percorsi siano crollate. Le sorprese non tardano ad arrivare.

Una scultura dell'artista Paolo Spoltore giace a terra, ad opera probabilmente di vandali. Ci avviciniamo e leggiamo il titolo dell'opera "Struzzo", installata a cura del Comune. Ed ecco comparire il complesso che avrebbe dovuto essere punto di aggregazione e di ritrovo, destinato a varie attività. Vetri in frantumi, che sono stati spaccati;  scritte che imbrattano i muri; lavandini dei bagni fracassati e acqua che sgorga a catinelle dalle tubature divelte; un divano letto dato alle fiamme, fuochie incendi appiccati qua e là, siringhe usate, panchine trascinate all'interno e controsoffittature sfondate e i cui pezzi fanno bella mostra sul pavimento. Insomma la distruzione totale del bene pubblico, con danni ammontanti a centinaia di migliaia di euro.

Recuperato 15 anni fa, il Parco ha subito evidenziato problemi legati al clima umido del luogo. Non a caso, come ci racconta Pierluigi Vinciguerra, presidente di Italia Nostra Abruzzo, in quel posto passa il torrente che proviene dalla Fonte del Borgo e prosegue lungo tutto il percorso del parco per sfociare sotto il ponte di via per Frisa. Vi è stato posto un trasmettitore radio che dovrebbe monitorare il posto, e che ha causato i numerosi problemi di stabilità sul tratto finale di Corso Trento e Trieste. Oltretutto ci sono stati anche piccoli, ma significativi smottamenti di terreno, sia dal lato di Lancianovecchia che sul costone opposto. Per non parlare, conclude Vinciguerra, dell'errore commesso nel piantare i numerosi pioppi che impediscono di fatto la visione del ponte e della Cattedrale di Lanciano.

Nel corso degli anni dell'amministrazione del sindaco Mario Pupillo, sono stati numerosi gli interventi che chiedevano lumi sulle sorti di quest'area verde. In tutti i casi si constatava l'abbandono e lo stato di decadenza dell'area, con richieste di interventi urgenti e non più procrastinabili. L'affido della gestione ai privati, prima alla cooperativa Atlantide nel 2014, contratto rescisso a causa del mancato rispetto dei termini di pulizia e sorveglianza, e poi l'affidamento nel 2015 alla Pro loco per tre anni, non hanno portato buoni frutti, a causa degli alti costi di gestione. Tornato in piena proprietà del Comune, sarebbe il caso forse di rimetterci mano. 05 feb. 2023

URANIO UCCI

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