Pista ciclabile di via del Mare a Lanciano (Ch) pericolosa: così l’Ascom Abruzzo, presieduta da Angelo Allegrino, torna all’attacco e stavolta ribalta le posizioni di responsabilità chiedendo al Comune di Lanciano di chiuderla in autotutela, essendone proprietaria.
Nell’esposto, inviato anche a Procura, ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Provveditorato interregionale, prefetto, Autorità nazionale Anticorruzione, Regione e comandi di polizia, l’amministrazione viene pure invitata a richiedere allo stesso ministero di effettuare un controllo sulla regolarità della pista, che si snoda anche su via Panoramica e via Alba.
Il legale di Ascom, l’avvocato Quirino Ciccocioppo, precisa: "Le sue problematiche sono molto serie per la sicurezza e l’integrità dei cittadini. La pista è stata concepita male, realizzata peggio e mai messa veramente in sicurezza. Ed è dimostrato dal fatto che il tecnico incaricato dal Comune, l’architetto Raffaele Di Marcello, ha consigliato di instaurare limiti di velocità molto bassi, 30 km/h per le auto e 10 km/h per le bici, questo a dimostrazione che è pericolosa, anzi molto pericolosa per la sicurezza. L’integrità fisica dei cittadini deve essere posta alla base dell’operato di qualsiasi amministrazione comunale".
Per questo Ascom chiede di sollecitare il Provveditorato "ad effettuare un controllo sulla regolarità della ciclovia. In caso di riscontro negativo sia il Comune a chiuderla in autotutela". Aperta oltre due anni fa e collaudata solo lo scorso maggio, dopo ulteriori lavori di miglioramento, la pista, che conta 33 intersezioni pubbliche e private, ha ottenuto più successo per le polemiche che ha scatenato, anche con due raccolte di firme, che per un reale utilizzo. Sconfortante il numero dei pochissimi ciclisti che la percorrono. Per lo più fa comodo a chi ci va a cavallo, ai venditori ambulanti di formaggio e scaricatori di merce che spesso vi parcheggiano i loro furgoni.
Walter Berghella