Mai dimenticare! Fare memoria, celebrare anno dopo anno il sacrificio di chi in missione porta pace e speranza. Lama dei Peligni (Ch) ha voluto ricordare ancora una volta, per il 19esimo anno, la tragedia di Nassiriya nella quale in 300 morirono (ben 12 carabinieri) a seguito di un auto-bomba: fu il più grave attacco subito dall’Esercito italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Fun un colpo terribile per tutta l’Arma dei Carabinieri.
Ai piedi dell’imponente Majella, gli abitanti del paese si sono riuniti in piazza Caduti dell’Arma dei Carabinieri dinanzi al monumento. Presenti sindaci del territorio, scolaresche e soprattutto tanti carabinieri.
Commozione e ricordo sempre vivo nelle parole di Giuseppe Romanelli presidente dell’Associazione nazionale carabinieri "Camillo Silvestri" di Lama. Presente anche l’ispettore regionale, colonnello Francesco D’Amelio, che ha ricordato la missione degli uomini dell’Esercito italiano: i carabinieri sono uomini di pace e in terra irakena erano andati per mantenere la pace in un territorio socialmente precario e delicato. Fra gli intervenuti anche il maresciallo locale Antonio Tamburrino, anch’egli uomo dell’Arma, che ha conosciuto direttamente, per missione, la terra di Nassirya.
Il sindaco Tiziana di Rienzo ha elogiato l’associazionismo che fa da collante nelle piccole comunità come Lama dei Peligni e ha espresso l’auspicio di una ancor più collaborazione fra l’amministrazione e la locale stazione dei carabinieri.
Da Lanciano (Ch) è giunto anche il comandante del Norm, il tenente Giuseppe Nestola. La conclusione dell’incontro commemorativo è stata affidata a due momenti: la preghiera del carabiniere, pronunciata dal carabiniere ausiliario in congedo Andrea Salvatore, e la preghiera del soldato letta dal bersagliere in congedo Raffaele Di Cecco. Don Giovanni Budano, giovane parroco, ha chiuso la mattinata con la benedizione finale. 17 nov. 2022
ALESSANDRO DI MATTEO
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