Atessa. Convento di San Pasquale: inaugurazione dell'ala ristrutturata
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"Adesso abbiamo otto stanze per l'accoglienza... Per ospitare ritiri spirituali, incontri anche di carattere ambientale e turistico. Sono camere, essenziali e spartane, doppie e singole, a disposizione di comitive,  campi scuola, scout, gruppi religiosi, parrocchie...".  Padre Bruno, dei missionari Identes, è da sette anni nel convento di san Pasquale, in località Vallaspra di Atessa (Ch) e, tra la folla, fa un po' da cicerone nell'ala ristrutturata e appena inaugurata del complesso monastico. 

"C'erano crepe e, in alcuni punti, squarci nei solai dai quali pioveva - dice -. C'erano copiose infilatrazioni d'acqua. I lavori sono serviti ad eliminare questi gravi problemi. Sono stati inoltre rifatti i bagni; ora c'è la corrente elettrica e ci sono i caloriferi". Gli interventi, effettuati dal Comune e del costo di 60mila euro, hanno riguardato anche il chiostro. "Con la sistemazione di grondaie che eviteranno allagamenti".  Edificio che rappresenta un gioiello da valorizzare e che per lungo tempo, invece, è stato lasciato nell'abbandono e nel degrado. E' cinto da bosco, da percorsi immersi nel verde e da un giardino botanico un tempo curato dalla Forestale.

L'inaugurazione è preceduta dalla messa. "E' un complesso, di origine francescana, che comprende anche chiesa e parco - afferma il sindaco di Atessa,  Giulio Borrelli, affiancato dagli assessori e anche da alcuni consiglieri - di valore spirituale, culturale e turistico. E' luogo suggestivo, al quale sono affezionati i cittadini di Atessa ma anche dei centri dell'hinterland. Da tanto non aveva avuto interventi di restauro e che ne aumentassero i motivi di attrattiva. Ora ci siamo riusciti". 

 Fondato nel 1408 dal Beato Tommaso da Firenze che qui si fermò, conquistato dalla natura selvaggia del luogo e dalla sacralità di un’antica "cona" venerata ancora sotto il portico, il convento ha subito un plurisecolare travaglio edilizio e si è distinto come centro di studi teologici e filosofici. Fra le sue mura hanno attinto la santità frati e beati che sapevano coniugare preghiera e lavoro, che si svolgeva anche nel lanificio annesso, attivo fra XVI e XVII secolo.

L’intervento più importante è la costruzione del maestoso portico in laterizi a cinque arcate, sormontato da una trifora, da un timpano e da un piccolo campanile a vela. Sulla porta della chiesa è impressa una iscrizione che definisce la località non aspera, selvaggia, da cui il toponimo Vallaspra, ma amena e profumata di fiori, un vero paradiso. L’interno ad una navata, con navatella laterale su cui si apre la cappella dedicata, nei primi del Settecento, a San Pasquale Baylon, è stato rimaneggiato nel XX secolo, ma conserva una statua di San Francesco in terracotta del XVI secolo, una grande tela del barocco napoletano e reliquari, beni, arredi e suppellettili di interesse storico, molti dei quali provenienti da chiese sconsacrate o inagibili. Il portone di ingresso del convento, con impressa la data 1731, immette in un piccolo e raccolto chiostro a due piani, al centro del quale campeggia il pozzo che fece sgorgare miracolosamente l’acqua nel 1709, in un periodo di siccità.

Gli interni custodiscono anche i resti di una tavola cinquecentesca di scuola veneziana, un tabernacolo del XVI secolo ed il gruppo della Madonna della Seggiola, di raffinata arte popolare ottocentesca. Chiuso una prima volta per effetto delle leggi murattiane, riaperto e poi di nuovo chiuso dopo il 1860 ed utilizzato dal Comune di Atessa come rimessa e magazzino, il convento è tornato agli antichi splendori con i missionari Oblati di Maria Immacolata che hanno retto la struttura dal 1936 alle soglie del duemila e che, tra le altre opere, hanno realizzato la grotta di Lourdes che si apre sull’ampio piazzale antistante il complesso.

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