Atessa. No Covid, sì Covid... E il mistero dell'ospedale non più ospedale. 'Pronti alla mobilitazione'
 

"Non ci si può approfittare di una pandemia globale per smantellare i piccoli ospedali. Se qualcuno pensa di prenderci in giro sul San Camillo dovrà fare i conti con tutti noi". Lapidario il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli.

Ed è furioso il Comitato per la difesa dell'ospedale di Atessa che annuncia "battaglia", convinto che la Regione Abruzzo e la Asl Lanciano Vasto Chieti si stiano servendo dell'emergenza Coronavirus per spogliare dei servizi il presidio della Val di Sangro.

Nei giorni scorsi diversi comunicati Asl hanno annunciato la trasformazione del "De Lellis" di Atessa in Covid hospital, con tanto di Rianimazione e Terapia intensiva. Decisione avversata dalla comunità locale e dalla politica tutta. Fino a ieri mattina la lettera, a Marsilio e c., da parte del primo cittadino e del presidente del Consiglio comunale, Enrico Flocco, per invitare a riflettere sull'opportunità di questa scelta e del cambio di mission imposto, dal direttore Asl Thomas Schael, con delibera numero 260 del 12 marzo scorso... Stop all'ospedale di area disagiata, ok a struttura per pazienti infetti da Coronavirus. "Deve essere chiaro - è stato evidenziato nella missiva - che se si prevede di trasformare il “San Camillo” in ospedale d’emergenza, esso deve avere attrezzature e personale adeguati per affrontare la sfida".

Poi gli scenari sono improvvisamente mutati, tra gaffe e tentativi di mettere una toppa alla... gaffe. Quello che è successo lo riassume, in un documento, il Comitato per l'ospedale. "La telenovela del paventato Covid-hospital di Atessa - dice - si è tramutata in un thriller dai contorni squallidi! Non bastassero le preoccupazioni legate all'emergenza, la direzione sanitaria pare abbia rispolverato un vecchio evergreen di dalfonsiana memoria: chiudere il San Camillo".

 "Dopo aver smembrato totalmente il nostro ospedale, per far posto a 120 posti letto di degenza e a 12 posti letto di Terapia intensiva", per allestire il presunto Covid hospital, "i nostri reparti di Medicina e Riabilitazione - denuncia il Comitato - sono finiti ad Ortona perché, a detta del signor Schael, rischiavano di essere infettati dai Covid in arrivo. Ma udite udite, anche Ortona accoglierà i malati di Coronavirus andando così a infettare gli stessi pazienti che da Atessa sono stai allontanati per questo rischio...! Roba da matti! Quindi fateci capire ci state prendendo in giro?!!"

 "Ma non finisce qui! Apprendiamo dalla bocca dell'assessore Nicoletta Verì, in data 19 marzo, ossia ieri - viene aggiunto - che Atessa accoglierà solo i Covid paucisintomatici (quelli lievi) e per soli 40 posti (non più 120) cioè quanto basta per riempire un solo piano!!  Quindi tutto questo smantellamento da cosa èstato dettato? E qui viene il bello! Nella conferenza stampa a Pescara sempre del 19 marzo lo stesso assessore, incalzato da un giornalista, ha dichiarato, in evidente difficoltà, che il San Camillo non può essere Covid-hospital perché per il ministero quello di Atessa non é un ospedale ma un Pta (presidio territoriale di assistenza)! Eh si avete sentito bene! Non sarebbe più un ospedale!!!"

 A seguire - prosegue il Comitato - "sono usciti come funghi i soliti comunicati riparatori degli assessori regionali!" Ecco infatti una nota a firma degli assessori regionali Nicola Campitelli e Nicoletta Verì, dei consiglieri Manuele Marcovecchio, Sabrina Bocchino e Fabrizio Montepara , nella quale puntualizzano che "Atessa non è un presidio territoriale. Al ministero della Salute è stata comunicata la proposta di “ospedale di area disagiata” con attivo il servizio di Pronto soccorso per la relativa gestione dell’emergenza. Infine - fanno presente - si ribadisce l’impegno della Regione Abruzzo a ripristinare, tutti i servizi e reparti momentaneamente spostati, non appena le condizioni generali lo permetteranno".

 "Non ci crediamo più! - tuona il Comitato -. Non basta la promessa che i reparti torneranno indietro a fine emergenza! Ad oggi  l'unica delibera valida è quella del 12 marzo che parla di chiusura! Atto che non è stato mai modificato nonostante le nostre pressioni! Ora basta! Atessa è stanca di queste prese in giro! Questi fatti ci portano a pensare che la Direzione sanitaria approfittando dell'emergenza abbia pianificato con machiavellica lucidità lo smantellamento definitivo del nostro ospedale!! Roba da far accapponare la pelle! Una schifezza! E visto che la misura é ormai colma, adesso sarà il comitato a dettare i tempi!"

 "Pertanto, la direzione sanitaria e il suo assessore di riferimento Verì, sono tenuti a rimettere a posto i reparti, il Pronto soccorso e i servizi distrettuali entro 48 ore! 48 ore! Rimettete a posto tutto quello che avete smontato perché stavolta vi faremo passare la voglia di giocare con la salute di questo territorio! Siamo pronti a batterci e rispondiamo presente all'invito fatto dal sindaco a tutta la cittadinanza a mobilitarsi compatta in difesa del nostro amato San Camillo! Al grido di... sinistra o destra l'ospedale resta!"

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