Atessa. Il Comitato in difesa dell'ospedale chiede un incontro urgente a Marsilio

"Mantenere Atessa nella programmazione della rete ospedaliera della Regione. Immediata e completa attuazione delle delibere Asl che, su disposizione della Regione, prevedono il riconoscimento di ospedale di area disagiata". E' quanto chiede, al governo regionale, il rinato Comitato spontaneo in difesa dell'ospedale di Atessa che sollecita anche un incontro urgente con il presidente Marco Marsilio. 

In una nota il Comitato ricorda l'incontro che si è tenuto lo scorso 22 maggio in ospedale tra "il sindaco Giulio Borrelli, in rappresentanza dell'amministrazione comunale; il dirigente sanitario del presidio, Rossana Di Nella e gli assessori regionali Nicoletta Verì, delegata alla Sanità, e Nicola Campitelli, delegato all'Urbanistica. Erano presenti anche alcuni medici, operatori sanitari ed esponenti politici locali. IN quell'occasioni si è dibattuto, anche in maniera accesa, del futuro del "San Camillo de Lellis". 

"Ad oggi - evidenzia il Comitato - la situazione è aperta e potrebbe sortire l'esito sperato, cioè affermare il giusto ruolo territoriale della nostra struttura ospedaliera. Ruolo che i dipendenti, medici e paramedici, portano avanti in modo egregio, vista l'attività prestata dal Pronto soccorso, dal reparto di Medicina generale e, fino a una decina di giorni fa, anche dalla Chirurgia ambulatoriale".

Durante il confronto sono state fatte diverse supposizioni sul ruolo che il presidio sangrino dovrà avere in futuro. Si è parlato della sua trasformazione in Pta (Presidio territoriale di assistenza), che non prevede il Pronto soccorso, né alcun genere di attività ospedaliera. "Questa ipotesi - fa presente il Comitato - già proposta dalla precedente amministrazione regionale, è stata in passato accantonata, dopo le numerose proteste cittadine e delle amministrazioni comunali del territorio". Oppure, è stato detto, potrebbe diventare "centro “vocazionale” per una non ben definita disciplina medica. Anche questa idea è stata proposta in passato, ovviamente rifiutata dalla popolazione perché si tratta solo di ambulatori, senza possibilità per interventi più incisivi. In sostanza un semplice centro visite... in una struttura di oltre 15.000 metri quadrati". Terza possibilità:  proseguire sulla via del riconoscimento di "ospedale di area disagiata che prevede Medicina generale, Pronto soccorso sempre attivo, Day surgery, possibili attività radiologiche ed indagini laboratoristiche".

"Verì - afferma il Comitato - non vuole tutelare Atessa e vuole uscire dal solco tracciato finora. Ma per la città l'unica ipotesi possibile è l'ospedale di area disagiata".

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