Natura. In Abruzzo censiti oltre 12mila uccelli acquatici svernanti
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Abruzzo non  solo terra di orsi, lupi ed aquile. Nell'annuale conteggio nelle aree umide della regione in totale sono stati censiti 12.305 uccelli acquatici tra anatre, gabbiani e altri gruppi tassonomici, appartenenti a 37 specie diverse.
Tra questi un raro mugnaiaccio, un gabbiano di grande taglia proveniente dai mari del Nord dove nidifica nella buona stagione, osservato molto di rado nella regione e presente a Pescara da alcune settimane, dove è stato anche fotografato e ripreso in video.
Il censimento (International Waterbird Census) viene svolto a livello internazionale nella stessa finestra temporale (tre settimane di gennaio) e in Abruzzo viene realizzato da ben 29 anni, potendo così valutare anche l'andamento delle specie degli anni. 

Quest'anno hanno partecipato sul campo 50 ornitologi ed appassionati che, grazie al coordinamento di Carlo Artese, della Stazione ornitologica abruzzese (Soa), hanno rilevato la presenza faunistica in 31 località, dal litorale fino al lago di Campotosto.
Decine di volontari della Soa, del gruppo ornitologico Snow Finch e dell’Istituto Abruzzese Aree Protette hanno contribuito a questo censimento internazionale organizzato in Italia dall‘Ispra.

Tra le specie più comuni, oltre ad alcuni gabbiani, si notano la folaga ed il moriglione, una grande anatra selvatica, con 2.383 e 1.635 presenze rispettivamente.
Tra quelle più rare, con poche unità o sporadici avvistamenti, si registrano anche specie ritenute ancora cacciabili dal calendario venatorio vigente in Abruzzo come il frullino e la pavoncella (quest'anno non sono stati osservati esemplari), il beccaccino (osservati 27 esemplari), il codone (20 esemplari) ed il mestolone (un solo esemplare).
"A proposito del rapporto negativo tra la presenza degli uccelli acquatici e delle doppiette - rileva la Stazione ornitologica - anche quest'anno ambienti acquatici molto piccoli ma protetti ospitano un numero enorme di uccelli rispetto a quelli dove si spara da settembre a gennaio.
E’ il caso dell’invaso di Bomba, che, nonostante l'estensione di oltre 1.000 ettari, ospita una quantità limitatissima di uccelli acquatici svernanti a causa del disturbo venatorio. Al contrario, nello specchio d’acqua delle sorgenti del Pescara, vasto appena una ventina di ettari ma dove vige il divieto di caccia imposto dalla Riserva naturale, sono stati osservati 154 esemplari appartenenti a 10 diverse specie".

Un aspetto particolare è l’aumento costante di specie un tempo assenti o accidentali in Abruzzo come il marangone minore, un piccolo cormorano di cui sono stati osservati 49 esemplari, e l’airone guardabuoi che nel Teramano è segnalato con oltre 200 individui. Si tratta, non a caso, di uccelli tipici di ambienti mediterranei o tropicali e quindi avvantaggiati dai noti fenomeni di climate change.

Soprattutto lungo il litorale della provincia di Chieti sono rare specie fortemente vulnerabili come il fratino, vero e proprio testimonial della conservazione delle spiagge, a causa dell'uso incontrollato del litorale da parte di orde di motociclisti, quad, cavalli e cani.
"Tra un mese - evidenzia la Soa - questo rarissimo uccello, tutelato, in teoria, anche da norme comunitarie, inizierà a riprodursi deponendo le uova sulla sabbia nei pochi tratti di arenile ancora integro. Bisogna pertanto impedire che le nostre spiagge vengano considerate "terra di nessuno". Chiediamo pertanto alle Capitaneria di porto, ai carabinieri forestali e a tutte le forze dell’ordine di vigilare e sanzionare chi non rispetta i divieti ed i limiti imposti dalle normative vigenti".
 
@RIPRODUZIONE VIETATA
 
Le immagini di Davide Ferretti, Augusto De Sanctis, Enzo De Bernardinis e Marco Sborgia. Nelle foto, in ordine di apparizione, mestolone, piro piro piccolo, cormorano con preda, svasso maggiore, beccapesci, mugnaiaccio, alzavola, airone guardabuoi
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