L’ avvoltoio monaco, con quasi 3 metri di apertura alare, è il più grande rapace europeo. Nei giorni scorsi sulle alture sulle gole del Sagittario ne è stato segnalato un esemplare, fotografato da Stefano Scivola e Giuseppe Recchia, due esperti osservatori che da molti anni sono attivi nei rilievi e monitoraggi e collaborano con la Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa).
Estinto in Italia dopo l’ultimo dopoguerra, è ancora presente con una popolazione florida e ben tutelata in Spagna dove la diffusa presenza di carnai permette il mantenimento di importanti nuclei di questa ed altre specie di uccelli. Con recenti progetti di reintroduzione questo grande avvoltoio è tornato a volare anche nei cieli della Francia e della Bulgaria da dove provengano con certezza alcuni dei rarissimi esemplari erratici che raggiungono l’Italia riconoscibili dagli anelli con cui sono marcati.
In Abruzzo - rende noto la Stazione Ornitologica - solo dopo il 2017 è apparso un primo esemplare ed in totale sono solo tre quelli segnalati nella regione, tutti osservati insieme ai più comuni e noti grifoni che vi nidificano con numerose coppie grazie alle reintroduzioni ed azioni di supporto condotte dall’ ex Corpo Forestale dello Stato. L’ avvoltoio monaco, grazie ad un becco potentissimo, riesce a lacerare anche quelle parti di pelle e carne difficilmente attaccate da altri avvoltoi. Come tutti gli animali necrofagi è particolarmente vulnerabile ai casi, purtroppo ancora diffusi, di avvelenamento delle carcasse attività del tutto illegale utilizzata per contrastare i danni causati da lupi e cani vaganti. Inoltre, come molte altre specie, è vittima frequente delle pale degli impianti eolici sui crinali montani".
"Chiunque dovesse osservare questa o altre specie rare - dice la Soa - può contattare noi o i reparti Carabinieri biodiversità. 22 giu. 2022
STEFANO SURIANI
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