In barba a leggi e a corrette relazioni sindacali, l'azienda Faist, con sede a Montone (Perugia), continua lo smantellamento dello stabilimento della Val di Sangro, situato in località Cerratina di Lanciano (Ch). Ieri mattina sono arrivati diversi furgoni che hanno caricato e trasferito in Umbria dispositivi elettrici e cablaggi.
Fatto stigmatizzato dalla Fim Cisl. In una nota inviata a Faist, Domenico Bologna, segretario Abruzzo e Molise del sindacato, scrive che "a distanza di pochi giorni" deve "prendere atto del grave comportamento antisindacale tenuto dalla società. In data 19 febbraio, verso le 13, - spiega - alla presenza di lavoratori, cittadini e forze dell'ordine (della polizia, ndr) sono stati portati via nuovamente macchinari ed attrezzature dall'azienda".
"Tale comportamento - prosegue - già tenuto il 7 febbraio scorso, è particolarmente grave perché lesivo delle prioprità delle legge 223 del '91 e delle attività sindacali, atteso che, come ben noto, nel corso di entrambi gli incontri tenuti in sede "protetta" presso Confindustria, l'azienda, parlando genericamente di cessazione di attività, non ha inteso in alcun modo confermare, preannunciare, ovvero spiegare le motivazioni della asportazione di tutti i macchinari. Circostanza questa che determina di fatto l'interruzione dell'attività produttiva".
"Tale atteggiamento - viene ancora sottolineato, nonostante l'espressa disponibilità al dialogo, determina un grave e reiterato comportamento antisindacale. Per questo verranno interessate le autorità giudiziarie competenti al fine di ristabilire correttezza e rispetto delle norme tese a tutelare i diritti dei lavoratori". Fim Cisl chiude la lettera chiedendo il ripristino delle attività produttive.
Intanto l'assessore regionale al Lavoro, Piero Fioretti, ha convocato un incontro, con tutte le parti, per il 26 febbraio, alle 10, in Regione a Pescara.
@RIPRODUZIONE VIETATA