Sevel, gli negano di andare in bagno. Cremaschi: 'Marchionne e quel forte odore di piscio...'
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Atessa (Ch) - Al dipendente sono giunte le scuse ufficiali della direzione Sevel, ma la vicenda sarà presto al centro di azioni giudiziarie che dovranno chiarire come sia potuto accadere che, il 7 febbraio scorso, ad un operaio della catena di montaggio del più importante stabilimento italiano Fiat Chrysler non sia stato dato il permesso di andare in bagno, tanto che il malcapitato non ce l'ha fatta più e si è urinato addosso. L'Usb (Unione sindacale di base), che per prima ha denunciato l'accaduto, ha dato mandato al proprio avvocato, Diego Bracciale, di muoversi a livello legale e, già la settimana prossima, saranno intraprese azioni sia a livello civile che penale. Sull'accaduto interviene, senza  usare mezzi termini, anche la “tuta blu” di Fiom, Giorgio Cremaschi. “Il male e chi lo fa – afferma in una nota – a volte vengono associati ad odori spesso disgustosi. I miasmi della terra dei fuochi emanano dai rifiuti sepolti dalla camorra, mentre i veleni che vengono dall’Ilva e che uccidono a Taranto sentono di carbone. Reale o simbolico il cattivo odore è spesso un segno di violenza e oppressione. Che odore associare alla Fca di Sergio Marchionne ce lo dice quanto avvenuto alla Sevel in Abruzzo, fabbrica del gruppo dove migliaia di operai costruiscono furgoni che vengono venduti in tutto il mondo”. 
 
Qui – dice Cremaschi - “la dignità e la stessa fisiologia umana sono state offese. Un operaio alla catena di montaggio sarebbe dovuto andare con urgenza al gabinetto, ma il capo reparto glielo ha impedito. La produzione deve venire prima di tutto e se il corpo reclama le sue più elementari esigenze, ebbene il profitto aziendale conta di più. Così alla fine quell’operaio è stato costretto a farsela addosso. Questo infame bullismo, questa offesa ai più inviolabili diritti della persona, non è solo frutto della prepotenza mascalzona di un ignobile capetto, ma è il risultato di un sistema che organicamente porta alla umiliazione dell’essere umano, alla cancellazione della sua stessa natura. Poco tempo fa – sottolinea ancora - alla Sata di Melfi le operaie sono state umiliate da disposizioni aziendali che ledevano la loro biologia". 
 
"Ovunque - sostiene Cremaschi - si verificano episodi nei quali le più elementari funzioni del corpo umano sono negate in nome della produzione a tutti i costi. Il sistema di lavoro Fca è rigidamente gerarchico fino ai massimi livelli. L’obbedienza a tutti i gradini dell’organizzazione del lavoro è il principio guida, chi esegue è premiato, chi non lo fa viene punito. Dunque se alla Sevel non si può andare in bagno è perché così è previsto e ordinato nella catena di comando, passo dopo passo, fino a Sergio Marchionne. Che incassa cinquanta milioni all’anno per risultati conseguiti anche con questi metodi infami. Marchionne sa ed è il primo responsabile della umiliazione dell’operaio abruzzese. L’imperatore romano Vespasiano affermò che il danaro non puzza. E' vero, ma la puzza a volte si attacca a chi quel danaro lo possiede e Sergio Marchionne diffonde oggi un forte sentore di piscio...”. 10 febbraio 2017
 
 
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