Circa 500 lavoratori, con contratto di somministrazione, mandati a casa negli ultimi mesi, e altri 250 destinati a fare la stessa fine.
E poi incombe lo stabilimento gemello di Gliwice in Polonia, dove tra pochi mesi si cominceranno a produrre furgoni di tutti i tipi, compreso quello elettrico. Sono le ragioni che fanno crescere i timori tra i dipendenti della Sevel di Atessa. E Fiom torna a lanciare l'allarme.
Lo fa dopo aver tenuto, in questi giorni, assemblee con i lavoratori. La Fiom Cgil della provincia di Chieti ritiene "prioritario e non rinviabile affrontare la questione automotive". Partendo proprio dalla fabbrica del Ducato, che per l'Abruzzo si traduce non solo "in patrimonio manifatturiero, ma anche in una consistente fetta del Pil, in export e occupazione". "La scelta di Psa, confermata da Stellantis, - rimarca Fiom - di avviare il nuovo sito in Polonia, per realizzare furgoni con gli stessi marchi di Sevel, apre uno scenario che pone dei forti interrogativi sul futuro del più grande stabilimento metalmeccanico dell'Abruzzo e dell’indotto ad esso collegato". Stellantis, grazie agli incentivi economici messi a disposizione dal governo polacco con la Zes, ha realizzato uno stabilimento moderno e altamente automatizzato con linee di montaggio modulari e "sta convincendo molti fornitori italiani ad andare ad investire lì, in modo da replicare un sistema analogo a quello oggi presente in Val di Sangro".
Strategia destinata "ad aprire un problema di competitività tra le aziende del nostro territorio con macchinari datati, e quelle del moderno sito d'Oltralpe. E noi saremo svantaggiati tecnologicamente e qualitativamente". Servono quindi investimenti per "poter realizzare, ad Atessa, furgoni di nuova generazione" e se questo non accadrà si perderanno "volumi produttivi e competitività, con ripercussioni drammatiche" anche per le tante piccole imprese nate e cresciute come satelliti di Sevel. "Lo Stato italiano, come quello francese - dichiara Fiom - deve stare dentro il pacchetto azionario e dentro il cda di Stellantis, a difesa dei siti produttivi italiani". Fiom chiede pertanto "alle istituzioni locali di intervenire presso il Governo, che non può restare passivo". E - afferma - "un primo segnale che dimostri la volontà di Stellantis di valorizzare Sevel è di avviare una contrattazione che preveda la stabilizzazione dei giovani precari". 03 dic. 2021
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