Al 22 settembre scorso in Sevel, ad Atessa (Ch), erano stati prodotti, in riferimento al 2021, 200.094 furgoni. "Per la fine dell'anno - dice Domenico Bologna, Fim Cisl Abruzzo e Molise - se non ci saranno altri lunghi fermi, come quello appena concluso, che è stato di circa due settimane, si arriverà alla realizzazione di 221mila mezzi". Mentre ne erano previsti 320mila. Quindi, rispetto a quanto programmato, ci sarà una contrazione, di circa 70mila veicoli.
E questo a causa della carenza di microchip, che sta colpendo il settore dell'automotive. "E' per far fronte alla mancanza di semiconduttori - dice Bologna, affiancato da Primiano Biscotti, Fim provinciale Chieti, e da Amedeo Nanni, che segue Sevel - che Stellantis ha ridotto i turni, da 18 a 15, nello stabilimento della Val di Sangro. Si sta pagando, a livello mondiale, le scelte fatte tra il 2000 e il 2010, dettate dalla globalizzazione: era più conveniente far realizzare i microchip in Asia, in particolare in Malesia, che adesso, a causa della pandemia da Covid-19, si è paralizzata, mandando al tappeto il comparto". Situazione che ha portato il colosso Stellantis anche a ridurre il personale. Via da Sevel, dal 27 settembre, circa 650 trasfertisti, che torneranno nelle fabbriche di provenienza, e 300 lavoratori somministrati, ai quali non sarà rinnovato il contratto. "Sono circa mille unità in meno - rimarca la Fim -. I lavoratori in staff leasing e interinali sono l'anello debole e pagano per questa crisi". Con loro il 29 settembre è previsto un incontro "per capire come possono essere ricollocati in altre realtà imprenditoriali".
E, in questa difficile e complessa situazione, si teme anche per l'indotto, perché intorno al pianeta Sevel ruotano, oltre ai propri 6.780 dipendenti, altri 10-15mila addetti di altre aziende. E, di essi, dopo i tagli effettuati, in 2-3mila potrebbero ritrovarsi "a spasso", secondo il sindacato.
"E' una congiuntura sfavorevole - rimarca la Fim - ma non va confusa con quanto sta accadendo a Gliwice, in Polonia", dove Stellantis sta avviando un sito simile a Sevel. "Lì - spiega Bologna - è prevista, a pieno regime, la produzione di mille furgoni all'anno, non più. Quindi, niente allarmismi, pur se non bisogna abbassare la guardia". Fim attacca anche "la politica che deve pensare a risolvere problemi infrastrutturali - strade, porti, collegamenti, energia - non pensare a fare trattative, ché a quelle ci pensa il sindacato".
L'11 ottobre, a Roma, incontro al Mise. "Riunione - puntualizza Bologna - convocata dal ministro Giorgetti per tutto il settore dell'automotive, non per Sevel. Quindi certi partiti, in Abruzzo, - è la bacchettata - non si mettano stelle sul petto per meriti che non hanno: non possono sbandierare di essere riusciti a far convocare un summit esclusivamente per Sevel, perché non è così".
Da Sevel lo scorso anno sono usciti, causa stop coronavirus, 175mila furgoni. 24 set. 2021
Serena Giannico
@RIPRODUZIONE VIETATA