Protestano ancora i lavoratori della SanMarco Industrial Srl di Atessa (Ch).
Sit-in di una parte di loro, questa mattina, mentre all'interno della Re.Law, sempre ad Atessa, la Fiom, con Alfredo Fegatelli; la Fim, con Amedeo Nanni e la Uilm, con Schille Di Sciullo, incontravano i rappresentanti della proprietà, ossia Maria Concetta Recchia e Luce De Lellis. Presenti anche le Rsu, ossia Nicolino Romero e Lino Paolucci. Lo scorso 13 luglio l'azienda metalmeccanica ha avviato le procedure tagliare il personale di circa 50 unità.
I sindacati, come già avvenuto nella riunione dello scorso 28 luglio, hanno rimarcato la netta opposizione ai licenziamenti e sollecitato il ritiro della procedura avviata per mandare a casa parte dei dipendenti, "al fine di evitare la traumatica risoluzione dei rapporti di lavoro". Hanno chiesto, inoltre, la "possibilità di usufruire di tutti gli ammortizzatori sociali possibili", quindi la riattivazione della cassa integrazione straordinaria.
La SanMarco ha, dal canto proprio, ribadito "la necessità di attuare un processo riorganizzativo all'interno dello stabilimento" della Val di Sangro, ma "al fine di ridurre l'impatto sociale", sta valutando "il riassorbimento di parte degli esuberi denunciati, attraverso la ricollocazione dei lavoratori in altre società del gruppo" Scattolini, di cui fa parte. Il problema è che le fabbriche sono a Verona e poi all'estero, in Turchia, Francia, Inghilterra e Romania. E che la maggior parte dei lavoratori che verrebbero messi alla porta hanno famiglia e una certa età, anche 60 anni. "Fattori - evidenzia il sindacato - che fanno escludere, per la maggior parte di loro, questa alternativa".
SanMarco sta "stimando anche la possibilità di riconoscere un'incentivazione all'esodo ai lavoratori" colpiti dai licenziamenti. Posizioni nettamente contrastanti, per cui non è stato possibile giungere ad una intesa. Di tutte le questioni, adesso, si riparlerà in Regione.
Intanto la Fim torna a stigmatizzare l'atteggiamento dell'azienda, dopo che un lavoratore "si è visto recapitare una lettera di contestazione e successivamente il licenziamento" solo per aver condiviso su Facebook un articolo di una testata giornalistica on line, Vastoweb, commentandolo. "Un atteggiamento - scrive Fim, avvisando che impugnerà il licenziamento - a dir poco riprovevole e senza nessuno scrupolo. Il lavoratore nelle sue giustifiche ha sostenuto che il post non era rivolto a denigrare l'azienda ma a far capire che alcuni colleghi all'interno dello stabilimento fanno passare il messaggio che per lavorare occorre una tessera sindacale di una sigla ben identificata. Una ulteriore ingiustizia, un ulteriore sfregio". 26 ago. 2021
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Foto Andrea Franco Colacioppo