Sciopero... Dalla mezzanotte di domenica scorsa i pescherecci, in Abruzzo, non vanno in mare, allineandosi alla protesta contro l’impennata dei prezzi dei carburanti deliberata dall’assemblea nazionale delle marinerie di Civitanova Marche.
Resteranno ornmeggiate in porto per diversi giorni, almeno fino a che non avranno riscontri alla loro protesta. Questa mattina, contro il caro gasolio, hanno riconsegnato, alle Capitanerie di porto, i libretti e i documenti di bordo. "Abbiamo riconsegnato libretto carburanti, il ruolino di equipaggio e la licenza di navigazione senza i quali non si può uscire in mare - dice Francesco Scordella, presidente dell’Associazione Armatori Pescara -. La situazione - spiega - è diventata insostenibile a causa dei continui aumenti del gasolio: siamo passati da 0,29 centesimi al litro pre pandemia da Covid-19 a euro 1,10 - 1,30 attuali. E siccome un'imbarcazione consuma anche anche 2.500 litri al giorno, facciamo un po' i conti. Non ci sono più i presupposti per andare al lavoro. Siamo penalizzati dal caro carburanti, da norme stringenti, da decreti europei che sono... mazzate... Questo - prosegue - è un settore delicato: se noi stiamo a terra ci rimettono i mercati ittici, le cooperative, i ristoratori, i commercianti del settore, oltre ai consumatori finali che stanno vedendo il prezzo del pesce salire giorno dopo giorno".
A Pescara sono circa 60 le barche da pesca, con oltre 200 addetti; altrettante sono nel resto della regione, tra Ortona (Ch), Giulianova (Te) e Vasto (Ch). "E poi - rimarca Scordella - ci sono le vongolare, che erano già ferme in banchina da un pezzo". Domani le associazioni di categoria si recheranno al ministero delle Politiche agricole e alimentari.
"Le istituzioni devono intervenire con urgenza per calmierare il prezzo del gasolio o proporre rimborsi", viene rimarcato. Il presidente di Confcommerco Riccardo Padovano spiega i motivi per cui il comparto sta vivendo una crisi anche peggiore rispetto all’autotrasporto: "Il pescatore non ha un grossista che emette un ordine e a cui può rivendere il prodotto calcolando l’aumento della nafta, perché il pescato va al mercato ittico dove si incontrano domanda e offerta, non c’è un tariffario, l’asta è quotidiana e non sai mai quanto incassi. La politica deve trovare soluzioni, servono ammortizzatori immediati, la pesca e l’agricoltura costituiscono un settore fondamentale. Chiederemo alla Regione un intervento straordinario". Alcuni ristoranti hanno già fatto sapere che resteranno chiusi fino a nuova comunicazione.
E il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, esprime "solidarietà alla marineria abruzzese che - dichiara - ha proclamato lo stato di agitazione per protestare contro il caro gasolio, che rischia di mettere in ginocchio l'intero comparto e in difficoltà economiche centinaia di famiglie. L'esorbitante rincaro del carburante avvenuto in questi giorni deve essere seguito da adeguate misure urgenti a sostegno del comparto della pesca da parte del Governo". 08 mar. 2022
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Foto della protesta di Fernando Errichi