Lanciano. 'Alla Pierburg nessuna certezza. Si mantengano promesse': i sindacati incalzano la proprietà

Con il ricorso, a singhiozzo, da mesi, alla cassa integrazione e le produzioni... al rallentatore, i sindacati chiedono lumi e certezze alla proprietà dello stabilimento Pierburg, situato in località Cerratina di Lanciano (Ch) e che conta 150 addetti. Lo fanno in un documento a firma di Fiom, Fim e Uilm provinciali. 

Pierburg è una fabbrica storica della Val di Sangro; a livello internazionale è da sempre uno dei partner più stretti dell’industria automobilistica, attraverso la costruzione di componenti per vetture. Essa fa capo alla Rheinmetall Automotive della casa madre Rheinmetall, fondata nel 1997 dalla fusione della KS Kolbenschmidt GmbH di Neckarsulm con la Pierburg GmbH di Neuss. La società ha diverse sedi in Germania ed è nota sia come Kolbenschmidt sia come Pierburg.

Lo stabilimento frentano è gestito da Msi, ulteriore ramo del gruppo. "Esso - spiegano i sindacati - soffre la contrazione di mercato in atto. Continuano quindi la cassa integrazione, con il sito che per più giorni al mese rimane anche chiuso, e il momento d'incertezza, che sembrava invece essere stato superato la scorsa estate.  "Quando - spiegano i sindacati - da Msi, durante una riunione, ci fu prospettato l'ampliamento della gamma delle produzioni e l'arrivo di nuovi macchinari da altre realtà del gruppo". 

"In quell'occasione -  viene aggiunto - fu anche firmato un accordo sulla contrattazione di secondo livello che, oltre a prevedere miglioramenti economici, introdusse una sorta di salario d'ingresso per i nuovi dipendenti, con il fine di facilitare il ricambio generazionale e la creazione di nuovi posti di lavoro". Quindi fu dato appuntamento a fine ottobre per un primo bilancio. 

Ma da allora nulla è cambiato. "Ora - affermano i sindacati - purtroppo l' azienda ci ha fatto sapere per mezzo di Confindustria Chieti-Pescara che l' incontro è stato posticipato a dopo la metà di novembre. Pur avendo fiducia nel fatto che l'azienda mantenga gli impegni presi e sottoscritti, ad oggi i nostri rappresentanti non hanno ancora notato e non hanno notizie certe di movimenti che fanno presagire l' arrivo di macchine e/o lavorazioni che dal prossimo febbraio, almeno per una parte dovrebbero andare a regime. Inoltre - viene sottolineato - continua l' emmoragia di personale per pensionamento e per quota 100 ma ad oggi l'azienda non sta prendendo impegni per il ricambio. Gira voce che si stia ragionando di portare lo stabilimento a un unico turno lavorativo: questa notizia, se fondata ci preoccupa perché significa che si vuole contrarre le produzioni oltre a creare inevitabilmente una struttura non competitiva con costi più alti".

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