"La sede opportuna per far valere le doglianze dei lavoratori ed eventuali violazioni sindacali è quella giudiziaria e non politica...".
Così il sottosegretario pentastellato al ministero del Lavoro, Stanislao Di Piazza, liquida, in Commissione Lavoro alla Camera, l'interpellanza presentata dal deputato di Italia Viva, Camillo D'Alessandro sull'azienda Faist, che ha smantellato lo stabilimento di Lanciano (Ch) in un batter d'occhio in barba a tutte le leggi.
D'Alessandro risponde per le rime: "Spero di aver capito male. Ma lei sta scherzando? Hanno perpetrato il peggiore sfregio possibile, se ne sono andati, hanno portato via i macchinari e svuotato...e lei mi dice che debbono andare alla Procura... Di sicuro ci vanno, ma la politica che fa?" E' stato scontro ed "è solo il primo atto - annuncia D'Alessandro -. Il secondo riguarderà il ministero dell'Interno. Il caso Faist rappresenta un pericoloso precedente: si portano via macchinari e impianti, rompendo le relazioni sindacali". Il parlamentare aveva chiesto la convocazione di un tavolo, da attivare con il Mise, parlando poi di "corto circuito istituzionale che ha riguardato la Prefettura di Chieti". "A chi dovrebbero rivolgersi i lavoratori se non allo Stato?", ribadisce D'Alessandro.
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